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Padova, la banda delle rapine preparava il colpo nella villa del chirurgo estetico Pallaoro

La banda stava pedinando il noto chirurgo estetico e la sua famiglia da settimane, obiettivo la villa di Teolo di proprietà di Carlo Alberto Pallaoro

Alice Ferretti
3 minuti di lettura

Avevano acquisito orario e abitudini della loro prossima vittima grazie a pedinamenti, addirittura fino al luogo di lavoro. Avevano calcolato gli orari in cui la villa era sorvegliata dalla vigilanza. Non avevano messo in conto però di esser eseguiti a loro volta, dalla Squadra Mobile di Padova.

Vladic Paicu, insieme a un suo connazionale, arrivato appositamente dalla Moldavia e da lui ospitato, avrebbero dovuto colpire la villa di Teolo di proprietà di Carlo Alberto Pallaoro, chirurgo estetico noto in tutto il Veneto

I PEDINAMENTI

Avevano creato una vera e propria mappa della villa, con tanto di vie d’accesso, possibili luoghi di appostamento, sistemi d’allarme. Dopo giorni di sopralluoghi durante vari orari della giornata, pedinamenti di Pallaoro e dei suoi familiari, erano quasi pronti a colpire. Solo il provvedimento di cattura e perquisizione del gip ha bloccato quello che avrebbe potuto rivelarsi un ennesimo grave episodio di rapina.

IL COLPO SALTATO

È così saltato l’ennesimo colpo a cui avrebbe partecipato Paicu. Sì perché la sua carriera di rapinatore pare fosse già molto attiva. Le potenziali vittime (di cui lui e il suo entourage riuscivano ad ottenere informazioni da terzi soggetti) erano nella maggior parte dei casi inermi e indifese. Persone facoltose, o comunque benestanti, nelle cui abitazioni mettere a segno violente rapine. Sempre utilizzando pistole o coltelli.

GLI ARRESTI

I rapinatori che avevano preso di mira Pallaoro e la sua famiglia avevano minacciato con una pistola, picchiato e derubato una coppia di anziani in una villetta di via Asiago, in zona Armistizio, il 18 agosto scorso. Ora gli uomini della Squadra Mobile di Carlo Pagano, li hanno individuati. Sono i banditi delle rapine in villa

È finito in manette Vladic Paicu, moldavo di 33 anni, disoccupato e incensurato, residente da diversi anni in via Tito Seri, zona Aeroporto: è ritenuto uno dei principali autori della feroce rapina in villa dello scorso 18 agosto. Sono inoltre state individuate altre tre persone, sempre di nazionalità moldava: un 30enne residente nel Padovano, ma di fatto con dimora in provincia di Sondrio, indagato per la rapina in zona Armistizio; un altro 30enne residente in Moldavia, indagato perché progettava di compiere una rapina insieme a Vladic Paicu in una villa di Teolo; un 29enne indagato per ricettazione ma che avrebbe preso parte a vari sopralluoghi insieme al 33enne in vista di futuri furti e rapine. I tre al momento non sono ancora stati rintracciati. Inoltre ci sarebbero almeno altre due persone coinvolte nella rapina in villa alla coppia di anziani che devono essere ancora individuate. La Squadra Mobile sta proseguendo le indagini.

LA RAPINA IN VIA ASIAGO

Sono le 21.30 del 18 agosto quando i rapinatori, quattro secondo le ricostruzioni, a volto coperto e armati di due pistole, fanno irruzione nella villetta di via Asiago di Paolo Piotto, 82 anni, e della moglie Annita Girotto, 79 anni. Legano lui e colpiscono entrambi con calci e pugni. Alla fine se ne vanno con la fede e l’orologio indossati da ciascuna delle vittime, qualche altro monile ed effetti personali per circa 19 mila euro.

LE INDAGINI

Immediatamente scattano le indagini della Mobile. Vengono visionate scrupolosamente tute le immagini delle telecamere di videosorveglianza, cittadine e private, finché si arriva a individuare un’automobile sospetta: un Chrysler Station Wagon che per tre quarti d’ora, proprio durante la rapina, rimane parcheggiata all’interno di una stazione di servizio di via Armistizio, distante circa un chilometro dal punto di corso Boston da dove i rapinatori avevano raggiunto la villa. Tramite la targa gli investigatori risalgono agli spostamenti dell’auto il giorno della rapina, capendo che quella era la vettura utilizzata da Vladic Paicu per accompagnare sul posto e poi recuperare il resto della banda impegnata nel colpo. La Chrysler Station Wagon era oltretutto intestata alla madre del 33enne, una 60enne moldava residente a Vo’ Euganeo.

I giorni successivi alla violenta rapina di via Asiago, nonostante l’intensificazione dei servizi di controllo del territorio disposta in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, la Chrysler non è più stata ripresa nella zona di Padova. Grazie all’analisi del traffico telefonico di Vladic Paicu, i poliziotti hanno potuto verificare come si fosse spostato, già all’indomani della rapina, in provincia di Sondrio, e più precisamente a Grosio. Qui è stata trovata l’automobile, parcheggiata davanti all’abitazione di un uomo e una donna di nazionalità moldava. Una coppia che risultava aver lavorato fino al 2017 proprio alle dipendenze dei coniugi Piotto, lui come giardiniere, lei come colf. È a questo punto che gli uomini della Squadra Mobile sono riusciti a risalire anche al secondo autore della rapina in via Asiago: il figlio 30enne della coppia moldava, che aveva raggiunto Padova i primi giorni di agosto, rimanendo ospite di Paicu. Proprio dal 30enne sarebbero arrivate le informazioni sulla villa della coppia rapinata, così come sull’esistenza di una cassaforte all’interno dell’abitazione di via Asiago, che i rapinatori hanno cercato spasmodicamente, ma senza riuscire a trovarla.

LE PERQUISIZIONI

In seguito all’arresto di Paicu sono state perquisite tre abitazioni in uso a lui e al 30enne moldavo che di fatto vive a Sondrio. Solo nell’appartamento in uso a Vladic Paicu sono stati trovati e sequestrati strumenti e capi d’abbigliamento usati nelle rapine come guanti, passamontagna, binocoli, un coltello di grosse dimensioni, un piano di azione con la mappa di una villa, ma anche merce griffata, di probabile provenienza furtiva come occhiali, borse, orologi, per un valore tra i 20 e i 25 mila euro.

ALTRI GRAVI EPISODI

Da qui si è sviluppata l’intera indagine, che non solo ha permesso di risalire ai primi due autori del colpo del 18 agosto, ma ha anche aperto uno squarcio su altri gravissime azioni criminali compiute dal 33enne insieme ad altri connazionali, in particolare rapine con uso di pistole e coltelli. È così che si è riusciti a individuare anche gli altri due soggetti: il 30enne che progettava il colpo alla villa di Teolo e il 29enne indagato per ricettazione. 

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