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Romina non ce l'ha fatta: settima vittima nella strage dell'A4

Concluso l’accertamento di morte all’ospedale Ca’ Foncello dopo giorni di agonia. I familiari hanno consentito l’espianto degli organi

Rubina Bon
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Romina Bannini, 36 anni

 

Si aggrava ulteriormente il bilancio della strage della A4 di venerdì pomeriggio, 7 ottobre. Ora le vittime di quel tratto maledetto verso Trieste sono diventate sette. Nel pomeriggio di domenica 9 ottobre l'Usl 2 di Treviso ha comunicato la conclusione dell'accertamento della morte di Romina Bannini, 36 anni di Riccione, l'operatrice del Centro 21, coordinatrice dell’area educativa della cooperativa Cuore 21, il braccio operativo dell'associazione Centro 21 che lei aveva contribuito a fondare. Stava accompagnando il gruppo di ragazzi con sindrome di Down per un weekend in Carnia.

I genitori della giovane donna, accorsi al suo capezzale, hanno acconsentito alla donazione degli organi. Romina aveva espresso più volte questo suo desiderio: mamma e papà hanno deciso di assecondare la sua volontà. 

"Abbiamo sperato fino all'ultimo che almeno Romina si salvasse. Ora anche la dolce e bellissima Romina ha raggiunto i "suoi ragazzi"”, ha dichiarato la sindaca di Riccione Daniela Angelini, che sabato era arrivata a San Donà assieme ai familiari delle vittime, “Per volontà delle famiglie organizzeremo un funerale unico per stringerci insieme in questo tremendo dolore".

Romina Bannini era stata portata in Terapia intensiva al Ca' Foncello venerdì pomeriggio in condizioni disperate, dopo essere stata estratta dal pulmino dove sedeva nell’ultima fila. Dopo l’urto devastante contro il Tir che procedeva a passo d’uomo a causa di incolonnamenti, la 36enne era finita sotto i bagagli che in qualche modo l’avevano anche protetta. 

Residente con la famiglia a Coriano, non lontano da Riccione, Romina Bannini, si era laureata all’Alma mater studiorum di Bologna come educatrice sociale. Era socia e fondatrice della cooperativa Cuore 21 e si occupava della progettazione e della realizzazione di attività inerenti all’inserimento lavorativo delle persone disabili. 

Il suo nome si aggiunge a quello delle altre vittime della strage: Massimo Pironi, 63 anni, ex sindaco di Riccione, una delle anime del Centro 21, Francesca Conti, 25 anni, Rossella De Luca (37), Maria Aluigi (34), Valentina Ubaldi (31) e Alfredo Barbieri (52). C’era Pironi alla guida del pulmino: l’ipotesi più accreditata è che sia stato colpito da un malore in quanto sull’asfalto non ci sono segni di frenata.

Il gruppo era partito nella tarda mattinata di venerdì da Riccione. I ragazzi attendevano particolarmente questa uscita, arrivata dopo mesi non facili. La meta era Lauco, in provincia di Udine, dove i romagnoli erano attesi per partecipare all'iniziativa “Ventuno cuori in osteria” organizzata con il centro per l'educazione Zaffiria di Rimini. All’altezza dello svincolo di San Donà, la tragedia: nessuno degli occupanti del pulmino è sopravvissuto.

«La tragedia si compie fino in fondo con la perdita dell'ultima persona presente in quel pulmino. Ora non c'è più alcun superstite. Abbiamo sperato fino all'ultimo in un miracolo per salvare quell'ultima donna, le cui condizioni erano apparse da subito disperate. Così non è stato. Purtroppo, con la sua morte, questa vicenda iniziata tragicamente si compie in tutta la sua drammaticità spegnendo l'ultima speranza». Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha commentato la notizia. «Una persona che è stata generosa fino all'ultimo, donando gli organi - aggiunge Zaia -. Ennesima dimostrazione di quanto questa donna avesse chiaro il concetto di servizio e disponibilità verso gli altri e che, fino all'ultimo respiro, lo abbia testimoniato. Esprimo alla sua famiglia e a tutte le persone che le sono state vicine in questi giorni il mio cordoglio e quello di tutto il Veneto. Un sentimento di vicinanza e le condoglianze - conclude - che rinnovo anche nei confronti delle altre sei vittime di questa terribile strage».

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