Irene: insegnante, mamma e partigiana veneta. «Così do la caccia ai rigurgiti fascisti»
Barichello si occupa della sezione “cronache nerissime” nel giornale dell’Anpi: raccoglie derive destroidi in Veneto
Enrico Ferro
In alto, le magliette commemorative della marcia su Roma sequestrate a Conegliano, in occasione della festa delle associazioni del 4 settembre; sopra, il calendario di Mussolini e Irene Barichello
La cacciatrice di rigurgiti fascisti in Veneto è un’insegnante di italiano, storia e geografia alle scuole medie. È una madre, anche, oltre che una partigiana. Irene Barichello, 40 anni, di Limena: di lei si inizia a parlare più o meno 13 anni fa quando, giovane studentessa, con il suo discorso dal palco del 25 Aprile fece letteralmente scappare Filippo Ascierto, Giustina Destro e Barbara Degani.
Sempre lei, sempre il 25 aprile ma 6 anni dopo, eccola parlare dalla piazza più importante d’Italia, piazza Duomo a Milano, in occasione del settantesimo della Liberazione. Insomma, l’antifascismo di Irene Barichello è cosa nota.
Ciò che rende una notizia la sua militanza, in questa fase, è che si occupa di “cronache nerissime”, la sezione del giornale dell’Anpi dedicata a tutti quei fatterelli che la destra tende a sminuire ma che piccoli non sono. Primo perché infrangono leggi dello Stato come la Scelba e la Mancino, poi perché mirano a riabilitare un’epoca la cui nocività non dovrebbe più essere in discussione.
«Ma non chiamatemi cacciatrice, è una parola troppo aggressiva. Questo, semmai, è l’antifascismo quotidiano che ci insegnava Carlo Smuraglia. Oggi più che mai c’è il rischio che queste manifestazioni aumentino in modo considerevole», dice osservando l’elenco dei “rigurgiti” in Veneto nell’ultimo anno.
L’ultimo, in ordine di tempo, è quello che riguarda il Comune di Rovolon, sui colli. Lì il 26 settembre scorso è stata depositata, accolta e poi discussa in aula dal consiglio comunale, un’interrogazione a firma del consigliere di minoranza Lino Rubini dove si chiede di tornare a chiamare il centro culturale del paese “Casa del Fascio”, come durante il regime di Mussolini.
Domenica 4 settembre, invece, durante la festa delle associazioni del Comune di Conegliano, allo stand dell’associazione paracadutisti (Anpdi) è stata esposta una maglietta “targata” 281022, ossia la data della marcia su Roma, di cui quest’anno ricorre il centenario.
Gli antifascisti se ne sono accorti e hanno subito chiamato la polizia locale, che ha provveduto a far rimuovere la t-shirt incriminata. Del caso se n’è occupata anche la Digos di Treviso.
E Irene Barichello scrive questi fatti su Patria Indipendente, il giornale dei partigiani. Prima era cartaceo, ora solo online.
«Da settembre del 2015 faccio parte della redazione di quel giornale» racconta Irene. «Inizialmente mi occupavo di cultura, ma poi sono diventata il tramite per le “cronache antifasciste” e poi anche per le “cronache nerissime”. I presidenti provinciali o quelli delle singole sezioni sanno che possono chiamarmi o scrivermi, per farmi sapere quello che non va in termini di democrazia e antifascismo. Sono le sezioni i primissimi e fondamentali presidi per monitorare e segnalare iniziative o uscite neofasciste, naziste o nostalgiche. Le sezioni vigilano e spesso mi segnalano. Se non ci fosse questa rete, per me che sono insegnante e mamma, sarebbe difficile venire a sapere queste cose su tutta la regione».
Il 27 gennaio scorso nelle “cronache nerissime” ci entra il Comune di Battaglia Terme. Nel giorno della Memoria la proposta è quella di togliere la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e darla a Liliana Segre. Ma il consiglio comunale si esprime in modo inatteso e la cittadinanza al duce resta.
Ma c’è spazio anche per lo zoombombing di Vicenza. Durante un convegno da remoto “Morte accidentale di un leader socialista”, in memoria di Domenico Piccoli, organizzato da Anpi e altre associazioni, alcuni hacker hanno fatto irruzione inneggiando a Mussolini, Hitler e allo sterminio degli ebrei. E andando a ritroso con il tempo ci sono anche i calendari di Mussolini e le bottiglie di vino di Hitler venduti a Jesolo.
Fatti e fatterelli dal Veneto, di fronte ai quali non si possono chiudere gli occhi. Come il cittadino che a Conselve espone fuori casa la svastica (poi rimossa dai vigili) o la revoca degli spazi per la pastasciutta antifascista di Bovolone.
Alle ultime elezioni ha stravinto la destra di Giorgia Meloni. «Io non lo so se ci sarà un aumento di questi casi ma noi siamo qua per controllare. Antifascismo e memoria, questo cerchiamo di praticare. E il prossimo 25 aprile, vigileremo. La festa della Liberazione è divisiva solo per chi non si riconosce nei valori dell’antifascismo».
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