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Da Valdobbiadene a Cittadella, passando per Cortina: il ciclone FdI fa ammainare in Veneto le bandiere della Lega

Persino a Cittadella, paese di Massimo Bitonci, stravince il partito di Giorgia Meloni

Enrico Ferro
Aggiornato alle 2 minuti di lettura
LaPresse (lapresse)

Il ciclone Giorgia travolge anche il Veneto e la Lega è costretta ad ammainare bandiere storiche, anche in comuni in cui il leghismo era un culto, oltre che un voto da esprimere alle urne. Un dato su tutti: dalle politiche del 2018 a quelle di domenica, al Senato ha perso quasi mezzo milione di voti. Il Veneto è il cuore di questa crisi profonda, che affonda le sue radici in un ragionamento molto spiccio e quindi molto “veneto”: se devo scegliere un partito di destra nazionale, allora scelgo l’originale. E’ questa la sintesi dei politologi, all’indomani del voto destinato a cambiare gli equilibri nazionali e locali, con l’orizzonte del dopo-Zaia.

Luca De Carlo, Raffaele Speranzon, Ciro Maschio, sono questi i nomi dei big del partito di Giorgia Meloni, destinati a caratterizzare una stagione politica in Veneto. Politici con esperienza, amministratori del territorio che il territorio ha deciso di premiare.

LA MAPPA INTERATTIVA 

A Valdobbiadene, tempio del Prosecco e del culto zaiano, Fdi vola ben oltre il 42%, mentre la Lega resta piantata al 17%. Conegliano il partito della Meloni va oltre i 5 mila voti (31%), mentre la Lega non arriva a 2 mila (12%). Numeri da capogiro anche nel Veneto orientale, con Jesolo al 44%, San Michele al Tagliamento 41%, Cavallino 42%. Dal mare ai monti: Fdi a Cortina ha il 44% alla Camera e il 42% al Senato. Con il dato di coalizione il centrodestra sale addirittura al 68%. Ma è  l’Agordino la roccaforte del centrodestra che ha riportato al Senato il sindaco di Calalzo Luca De Carlo: il risultato percentuale più alto l’ha ottenuto a Rocca Pietore, con il 70,45% dei voti. Musica simile ad Alleghe, con il 68,09%.

A Cittadella, feudo di Massimo Bitonci, la Lega strappa un 19,62% ma FdI chiude al 28,41%. Sempre nella provincia di Padova, ma stavolta nella Bassa, Masi e Vo’ vedono volare il partito di Giorgia Meloni al 44%. Finisce anche il “mito” di Mira, in provincia di Venezia. Dopo una tradizione di sinistra e il primo sindaco grillino in Veneto, anche nel comune della riviera del Brenta dilaga Fdi. 

Ci sono solo in 3 comuni in Veneto in cui FdI non è il primo partito. A Borgoricco dove è sindaco il commissario regionale leghista Alberto Stefani e la Lega prende il 34,14%, a Pozzonovo dove è sindaca la deputata leghista Arianna Lazzarini e la Lega prende il 33,1% e a Carmignano di Brenta dove vince “Noi Moderati di Brugnaro” con il 28,87%, perché il sindaco Eric Pasqualon era candidato al plurinominale in questa lista.

“Le mappe del voto evidenziano una pressoché totale coincidenza tra le aree di calo di voti della Lega e quelle di aumento di FdI”, evidenzia il politologo Paolo Feltrin. In linea generale, in Veneto, FdI aumenta i propri voti in tutte le aree periferiche, non nelle città capoluogo. “Fatto strano” continua Feltrin “perché tradizionalmente FdI, e prima il Msi, prendevano più voti nelle città che in provincia”. Ma i tempi cambiano e i risultati di Padova e Milano, dove il Pd è il primo partito, lo dimostrano.

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