West Nile, in Veneto scoperta nuova forma grave. Colpisce i nervi fino a provocare la paralisi
Primo caso segnalato a Schiavonia, è un uomo di 76 anni. Il direttore Luca Sbrogiò: «Ecco i sintomi da tenere sotto controllo. Ai vostri anziani fate mettere le zanzariere»
Elvira Scigliano
PADOVA. «Le malattie infettive non sono mai andate in pensione. Ci siamo un po’ illusi fossero controllabili con i farmaci, invece la vita ci ha dimostrato che sono una sfida continua». Usa la filosofia Luca Sbrogiò, il direttore del Dipartimento Prevenzione dell’Uls 6 Euganea, per fare il punto sulla West Nile.
Scoperta una nuova forma grave
L’ultima sfida alla quale si riferisce il direttore è la Guillain-Barrè, una rara nuova manifestazione scatenata dal virus della zanzara: «Ieri ci hanno segnalato un caso di questo tipo a Padova – conferma il medico – Una nuova forma che diventa una reazione autoimmune che colpisce i nervi, fino a provocare una paresi muscolare: la persona non riesce a muoversi e non articola bene le parole. Si tratta di un paziente di 76 anni ricoverato a Schiavonia. Al momento non c’è nessun allarme, anche se è una rara manifestazione ed una particolarità clinica».
Il boom di contagi
«Quest’anno» continua il dirigente dell’Usl «c’è una caratterizzazione legata in parte al grande caldo ed alla siccità: gli uccelli infettati dal virus West Nile sono emigrati alla ricerca di acqua, dove si abbeverano incontrano le zanzare e si crea il ciclo zanzara-uccello. A questo punto la bomba è pronta ad esplodere perché la zanzara punge l’uomo e inizia la diffusione».
Al momento i contagi solo in provincia di Padova sono 62, di questi alcuni (39) gravi, altri (18) monitorati e infine (5) non preoccupanti. «La situazione dei casi è molto differenziata», spiega Sbrogiò, «I 39 con malattia neuroinvasiva, ovvero gli encefaliti, sono quelli con manifestazioni più importanti, di questi una ventina sono ancora ricoverati e cinque sono deceduti; i rimanenti invece stanno meglio».
«Dei 18 che hanno dimostrato febbre, si tratta di situazioni influenzali che si presentano all’attenzione del medico, si ha il sospetto e si fa un approfondimento; infine ci sono tre casi apiretici, che presentano malessere generale, mal di testa, stanchezza, ma non hanno febbre; gli ultimi due sono asintomatici, scoperti perché donatori di sangue».
Il virus ha colpito anche i cavalli a sud di Padova: «Abbiamo trovato quattro animali infetti» aggiorna Sbrogiò «di cui uno è morto. Stiamo facendo gli approfondimenti per gli altri». Inoltre il Dipartimento di Prevenzione sta collaborando con l’Istituto Zooprofilattico e le amministrazioni comunali per le misure difensive. «Nel primo caso stiamo mettendo delle trappole per le zanzare per studiarle in laboratorio. Nel secondo caso stiamo apprezzando la collaborazione dei Comuni – che si stanno dimostrando virtuosi – nel contrasto alle larve».
Strategie di difesa
In tutto il Veneto infatti sono iniziate le disinfestazioni, anche a Padova a partire da via del Bigolo, vicino alla casa di Mariano Bellamio, mr. Baseball, morto proprio a causa delle complicazioni da West Nile. Come per la persona morta di Dangue o quando si trovano più contagiati nel raggio di due chilometri, allora è previsto un intervento straordinario anche sulle zanzare adulte.
Che tuttavia non è una modalità decisiva perché dura solo qualche giorno, riduce la pressione, ma la vera battaglia è contro le larve. Il resto sta all’attenzione delle singole persone: «Non mi stancherò mai di ripeterlo» sottolinea il direttore «bisogna usare i repellenti e controllare l’ambiente domestico: caditoie, pozze d’acqua e così via. Vale per tutti, sia per gli adulti che per i bambini, ma vale soprattutto per gli anziani».
Anziani senza zanzariere
«Purtroppo gli anziani sono quelli che rischiano di più ma che hanno meno cultura del repellente. Proprio i casi ricoverati con encefalite ci hanno riferito che erano fuori nell’orto, che trascorrevano molto tempo fuori, che dormivano senza zanzariere. Insomma sono i più esposti, ma non si proteggono. Tant’è vero che delle forme più gravi nessuno aveva le zanzariere a casa. Eppure le persone avanti con gli anni sono quelle più fragili per definizione e spesso hanno anche altre patologie».
Moderata preoccupazione
Tuttavia il direttore Sbrogiò è moderatamente preoccupato: «Ci preoccupa il numero dei contagi, anche se è coerente con la situazione straordinaria di questa estate di grande caldo e siccità. Dunque anche l’azione con le zanzare adulte, che per principio non è risolutiva, si è ritenuta necessarie. In altre parole la situazione eccezionale ci ha costretti a tornare ad agire così».
Una domanda che in molti si pongono è quando allarmarsi: «Prima di tutto vale la pena ricordare che la maggior parte delle persone prende il virus a sua insaputa: l’80% è totalmente asintomatico; un 20% ha sintomi influenzali più o meno evidenti, solo 1 caso su 200 delle persone infettate ha encefalite, se giovani in forme blande. Colgo una certa preoccupazione che va bene, ma deve accompagnarsi con azioni efficaci, altrimenti diventa panico».
«Si deve andare al Pronto soccorso quando ci sono precisi segnali: un quadro febbrile generale, dolori muscolari e soprattutto confusione mentale – significa che è interessato il sistema nervoso centrale –, rallentamento motorio e cefalee intense che non passano. Allora serve un maggiore livello di attenzione. Invece se c’è la febbre, ma sembra solo un episodio estivo, basta rivolgersi al medico di famiglia che valuterà per il test».
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