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San Giorgio al Tagliamento, il funerale dell’uomo che ha ammazzato la moglie e si è suicidato

Ultimo saluto a Giuseppe Santarosa, l’omicida di Fossalta. L’omelia di don Vincenzo Quaia: “Non giudichiamo come fa Dio. Trattiamo con carità e amore. Anche chi fa del male soffre”

Rosario Padovano
1 minuto di lettura

SAN MICHELE. Clima triste, poca gente questa mattina al funerale di Giuseppe Santarosa, l’ omicida di Fossalta che prima ha ammazzato la moglie otto giorni fa poi si è ucciso con un coltello alla gola. Pochi anche i santini distribuiti dalle onoranze funebri.

“In questi giorni si è indugiato sui particolari con poco rispetto - ha detto don Vincenzo Quaia in quello che sembra un anatema all’inizio, ben più di una omelia - lui ha capito lo sbaglio fatto. Siamo chiamati a pensare. Si è sempre condannata la violenza. Ma non il peccatore non accade nelle Sacre scritture. Vorremmo che gli uomini fossero più attenti a formare un rispetto straordinario della vita. Molte persone si suicidano. Impariamo anche noi da quello che la Chiesa ha sempre fatto. Portare esempi belli. Non giudichiamo come fa Dio. Trattiamo con carità e amore. Anche chi fa del male soffre. Impariamo dagli errori dei nostri fratelli a impegnarci per fare il bene. Giuseppe ha vissuto 23 anni di matrimonio e poi? Non lo sappiamo e non lo vogliamo sapere. Sappiamo che il Signore è vicino agli uomini per dare conforto. Le parole sono fatte per confortare. Innanzi alla morte proviamo dolore e il Signore ci da speranza per la resurrezione e la vera vita. Con la morte non finisce tutto. La vita ha il sapore dell’eternità. Oggi c’è disprezzo per la vita”.

In chiesa ci sono diversi parenti di Santarosa ma manca la mamma anziana. L’omicidio resta ancora senza un movente certo. Si propende per un presunto tradimento che, a detta dei coinvolti, non si è consumato.

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