Inchiesta sul traffico di rifiuti. Protesta dei comitati sotto la sede della Finam
Attivisti da tutto il Veneto e il Friuli Venezia Giulia per dire «no» alla gestione del ciclo dei rifiuti messa in piedi dalle aziende che fanno capo alle società di Angelo Mandato

MIRANO. Manifestazione di protesta, sabato 26 febbraio, contro il gruppo Finam, la finanziaria del trattamento rifiuti che fa capo all’ingegnere miranese Angelo Mandato. Alcune aziende del gruppo sono finite nell’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti aperta dalla Direzione distrettuale antimafia di Trieste.
«La recente inchiesta della Procura antimafia di Trieste sulle principali società del gruppo Finam di Angelo Mandato, tutte o quasi con sede a Ballo’ di Mirano, apre uno squarcio di luce su un sistema affaristico, tentacolare, per molti versi oscuro, che coinvolge aziende private, aziende pubbliche, politica e istituzioni, e che ha molte analogie con quanto già visto con il Mose», hanno detto gli attivisti, «Una galassia, quella di Mandato, la cui origine e il cui sviluppo sono state già oggetto di una importante inchiesta nel 2019, dalla quale erano emersi pesanti dubbi e sospetti sull’operato di società come Bioman e Sesa».
«Ma è solo la punta di un iceberg», spiegano gli attivisti arrivati da Veneto e Friuli Venezia Giulia, «perché da anni i comitati friulani, della bassa padovana, del Polesine e quelli veneziani denunciano gli intrecci e le zone d’ombra nella gestione del ciclo dei rifiuti nell’ambito della miriade di società della Finam group: sversamenti incontrollati di “liquami” maleodoranti, trasporti poco controllati di rifiuti da una parte all’altra del Triveneto e anche all’estero, proliferazione di impianti a biogas, ampliamento smisurato di impianti di trattamento della frazione “umida” e nuovi inceneritori».
«Di questo sistema - spiega un documento delle organizzazioni aderenti alla protesta - fanno parte per esempio l’inceneritore di Fusina, quello di Manzano in Friuli, gli impianti di trattamento dell’umido di Sesa a Este e di Bioman a Maniago, numerose aziende agroindustriali come la Sant’Ilario di Mira e la Agrilux di Lozzo Atestino».
Dall’inchiesta emergono relazioni anche con Hera Spa, uno dei colossi tra le aziende multiservizi in Italia, che tra l’altro gestisce l’inceneritore di Padova in fase di revamping; e pure con i cementifici di Buzzi Unicem a Fanna e a Monselice.
Chiara la protesta: «Tutto spacciato come necessario e innovativo, come “economia circolare” che fa bene all’ambiente; tutto sostenuto e approvato con l’avallo bipartisan della politica e delle istituzioni, a cominciare dalla Regione Veneto, fino alle amministrazioni locali, passando dai consigli di bacino e dalle province».
«Invece si tratta di pratiche di gestione dei rifiuti e di impianti vecchi, sbagliati, pericolosi per la salute delle persone e per l’ambiente, utili solo a garantire abbondanti profitti per chi li gestisce e a favorire lo smaltimento scorretto di rifiuti speciali delle industrie, come i fanghi contaminati da diossine, PCB e PFAS».
Traffico di rifiuti, protesta dei comitati davanti alla sede della Finam: Basta affari al veleno
Alla manifestazione hanno aderito il Comitato Lasciateci Respirare Monseilice, L'Altra Este, Comitato per la Difesa Ambientale di Buttrio e Manzano,, Movimenti ambientali Maniaghese, Associazioni e Comitati No quarta linea inceneritore Padova, Movimento PFAS-Land, Coordinamento No Inceneritore Fusina, Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, Wwf Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia - Gruppo Zelarino e dintorni, Comitato Ambiente e Salute Malcontenta.
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