Il dolore della mamma di Carlo Alberto, morto a 12 anni: “Il mio bimbo, così raro, vittima di una morte altrettanto rara”
Parla Valentina, la mamma di Carlo Alberto Conte: «Ci ha lasciato correndo con le Fiamme Oro, ciò che più amava fare e di cui era più orgoglioso»
Alice Ferretti
PADOVA. «Mio figlio era un ragazzo speciale. Ha fatto una morte rara perché lui era un ragazzo raro. E ci ha lasciato correndo con le Fiamme Oro, ciò che più amava fare e di cui andava più orgoglioso».
Valentina Ometto, la mamma del dodicenne, a poche ore dalla morte del suo adorato figlio si sforza e cerca di raccontare chi fosse. «Era geniale, di un’intelligenza fuori dal comune. Aveva una capacità di apprendimento incredibile. Studiava in dieci minuti e aveva la media dell’otto in una delle scuole più impegnative della città, la Pascoli. Non lo dico perché sono sua mamma, ma davvero aveva delle grandissime doti».
Carlo Alberto amava tanto leggere. «La lettura era tra le sue più grandi passioni. Divorava i libri di Harry Potter, ne leggeva uno al giorno». E poi aveva il sogno dell’atletica: «Era orgoglioso di fare atletica con le Fiamme Oro, era il massimo che potesse ambire. Domenica era la sua prima gara. È partito da casa felice ed emozionato».
Il dodicenne prima d’ora non aveva mai avuto alcuna patologia o problema di salute. «Era un bambino sanissimo. Aveva già fatto sport senza alcun problema e si era sottoposto anche alla visita medica sportiva per poter praticare agonismo». Cosa sia successo esattamente, perché il cuore del giovane si sia improvvisamente fermato, ad oggi non se lo sanno spiegare neppure i genitori, che però vogliono vederci chiaro.
«Nei prossimi giorni verranno fatte delle indagini per capire se si sia trattato di un arresto cardiaco dovuto a un’aritmia o se invece ci fosse un qualcosa di congenito che neppure noi conoscevamo», dice la mamma.
«Non credo si sarebbe potuto evitare. Al momento non mi sento di dare la colpa a qualcuno. Era risultato idoneo all’atletica, ora però capiremo meglio».
Con le Fiamme Ore si allenava dal mese di ottobre ma aveva già creato, grazie al suo modo di essere e alla sua sensibilità, profondi legami. «Era molto attaccato alla sua allenatrice. Era così dolce e sensibile che siccome vedeva che lei andava agli allenamenti con dei guanti rossi rotti sulle dita, per Natale ha voluto comprarle un paio di guanti nuovi».
Carlo Alberto era legatissimo anche a un’altra persona:la sorella, più piccola di soli 20 mesi. «Sono cresciuti insieme. Si volevano bene e si aiutavano a vicenda», dice la mamma. «Solo due sere prima la sorella l’aveva aiutato a fare dei disegni per scuola. Aveva preso nove».
La notizia della morte del dodicenne sta facendo in queste ore il giro della città. In tanti stanno chiamando e scrivendo ai genitori per dimostrare la loro vicinanza.
«Ora è presto, bisognerà aspettare gli esiti di alcuni esami medici, poi penseremo al funerale», continua Valentina. «Ci piacerebbe che venisse celebrato nella basilica del Santo. La riteniamo la chiesa della nostra famiglia e siamo legatissimi a questo luogo»
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