PADOVA. Nove libri dopo, e dopo centinaia di rubriche su quotidiani e riviste e decine e decine di interventi in programmi tv e alla radio, la psicoterapeuta Vera Slepoj atterra sul pianeta podcast. Lo fa dai siti del nostro giornale e delle testate del nostro gruppo editoriale, raccontando in nove puntate (più una breve introduzione a cura del nostro condirettore Paolo Cagnan), i sette vizi capitali. Anzi, i sette vizi capitali più due.
Dottoressa Slepoj, una nuova forma di comunicazione per un tema vecchio quanto l’uomo. Che effetto le fa?
«Devo ammettere di non essere molto tecnologica: io scrivo a penna, le rubriche come i libri, e poi faccio la dettatura. Ma quando ho ricevuto questa proposta ne sono rimasta affascinata: perché credo nelle competenze e sono consapevole del fatto che il mondo della comunicazione è cambiato. In generale, amo il cambiamento».
Tema scelto per il suo podcast sono i sette vizi capitali, che ci accompagnano da sempre. Però abbiamo voluto capire cosa sono diventati oggi.
«Non spariranno mai, ma si evolvono: il vizio capitale è, sostanzialmente, l’incapacità dell’individuo di governare le proprie pulsioni. In passato esisteva il controllo sociale, o l’idea del castigo divino. Oggi, in una società dove nessuno pone regole, e pochi comunque le seguirebbero, anziché sparire dilagano».
Infatti, erano sette e ce ne ritroviamo due in più.
«Ho voluto indicare nelle dipendenze e nel narcisismo i due nuovi vizi. La dipendenza, in particolare, è nella struttura portante di qualsiasi vizio; quanto al narcisismo, è alla base di molte storture sociali».
Vediamo allora come si sono trasformati i vizi. Ira.
«Oggi l’ira è diventato il vizio più pericoloso in assoluto: è la matrice delle violenze, anche fatali, di cui leggiamo ogni giorno e che ci restano incomprensibili, contro le donne, i bambini, tra i giovani. La violenza è la nuova forma di potere, la non gestione dell’ira ci fa regredire a esseri primitivi».
La gola?
«La gola oggi corrisponde all’incapacità di condividere: quello che è mio e mio, lo esibisco, ti lascio a guardare. Pensiamo alle immagini del cibo, ma non solo, sui social».
Ma così si suscita invidia, e siamo punto e capo con un altro vizio.
«L’invidia oggi è di molti giovani perché nasce dall’insicurezza. E diventa patologica per ragioni veramente assurde: si invidia l’influencer, quello che va ai reality. Si vuole lo stesso palcoscenico: io vedo la patologia, ma le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Un tempo si aveva talmente poco, che poco c’era da invidiare».
L’avarizia?
«L’avaro è rimasto lo stesso, conta il nichelino oggi come lo contava cento anni fa. È una patologia brutta, per chi ne soffre».
Brutta quanto l’accidia? O l’accidioso trova nei social una valvola di sfogo?
«L’accidioso non ha coraggio, si macera ma non si espone».
Ma la lussuria, questa sì è cambiata.
«Cambiare i costumi, vivere più liberamente la sessualità, non significa aver cancellato il vizio della lussuria, che è tutt’altra cosa: nei comportamenti dell’uomo può cambiare il contesto ma non il contenuto».
Resta la superbia.
«Grande protagonista del nostro oggi. Chi è oggi il superbo? Certamente il novax, ma come lui anche il virologo intransigente. Superbo oggi è chi non mette in discussione le proprie certezze e così facendo provoca tensioni. Quello che ci vorrebbe in questi nostri tempi è l’umiltà. Ma siamo molto lontani dall’averne».
Il podcast è un ascolto “per scelta”. Chi ritiene sceglierà di ascoltare questo suo viaggio nei sette vizi più due?
«Mi auguro tutti coloro che vogliono indagare i comportamenti umani. Conoscere è sempre il primo passo per crescere, migliorarsi».
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Video. Slepoj: i vizi capitali sono tremendamente attuali, ve li racconto in un podcast
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