Da Casanova a Hemingway. In Veneto, ciak da 25 milioni
Il bilancio della Veneto Film Commission che domani sbarca al Festival di Cannes. L’obiettivo è salire a tre bandi all’anno. A settembre set veneziano per Salvatores
Vera Mantengoli
VENEZIA. È nata da poco, ma sta crescendo in fretta. È la Fondazione Veneto Film Commission che in questi giorni si sta preparando per la sua prima volta al Festival di Cannes (in programma da domani), con l’obiettivo di intessere le relazioni giuste e tornare a casa con contatti importanti. Il Veneto, socio fondatore, è stato la penultima regione in Italia ad avviare tre anni fa la struttura che assiste le produzioni cinematografiche, ma tra burocrazia e pandemia, la fondazione è partita a tempo pieno solo l’anno scorso.
Sfida tra regioni
Tuttavia la Veneto Film Commission, grazie alla varietà di paesaggi veneti invidiati dal resto della nazione, senza contare sulla presenza di una città come Venezia, punta già a raggiungere i big come l’affermata Puglia, seguita dalla Campania e dai nostri vicini Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
Tra i nomi famosi che vanta da quando ha iniziato a camminare ci sono Paolo Sorrentino con The New Pope e Gabriele Salvatores che a settembre inizierà le riprese de Il ritorno di Casanova, senza dimenticare Across the river and into the trees, tratto dal libro di Ernest Hemingway, diretto da Paula Ortiz.

La missione
«La nostra mission è quella di agevolare le produzioni che vogliono girare in Veneto, valorizzando il più possibile il territorio» spiega il presidente Luigi Bacialli. «Di recente, per esempio, abbiamo aiutato nella logistica e nella scelta dei luoghi Bavaria Fiction e Mestiere Cinema per la serie Eau de Vie che andrà in prima serata in Germania. È una storia ambientata in una distilleria girata in gran parte a Bassano del Grappa».
Dalla logistica alle convenzioni con hotel, passando per le agevolazioni negli alberghi e la ricerca di materiale e professionisti, la Veneto Film Commission fa un costante lavoro di mediazione. «La miniserie di Luca Guadagnino We are who we are è stata girata in luoghi meno noti rispetto a Venezia, ovvero a Chioggia e a Valdobbiadene» prosegue Bacialli. «Inoltre in questo caso la produzione ha anche riqualificato, dopo averci girato alcune scene, la ex caserma di Bagnoli di Sopra che aveva ospitato i migranti trasformandola in un centro aperto ai cittadini con attività e piscina».
I bandi
La Veneto Film Commission non è a scopo di lucro. Ogni anno escono uno o due bandi (si sta puntando a tre) dal valore di circa cinque milioni (fondi Por Fesr, cioè regionali ed europei), aperti alle produzioni che vogliono realizzare un documentario, un lungometraggio, una serie, un corto o un film di animazione. All’ultimo hanno partecipato 85 progetti e ne sono stati scelti una ventina. Se la sceneggiatura è girata in Veneto si ottiene un punteggio maggiore, ma la Fondazione aiuta anche le produzioni che non necessariamente hanno partecipato al bando.
Una tra queste la produzione Sky arrivata a Padova per realizzare gli ultimi giorni di Dante. Volendo girare nella Cappella degli Scrovegni, ha acquistato tutti i biglietti di una mattina, ma per trovare una villa ha chiesto aiuto alla Veneto Film Commission che ha indicato con successo la Certosa di Vigodarzere. «Eroghiamo servizi di location scouting e valorizzazione del patrimonio, cioè aiutiamo a scegliere i luoghi adatti nella prima fase di ricerca» spiega il direttore Jacopo Chessa, originario di Torino, e ora in Veneto dopo aver passato il concorso della Regione.
«Se riceviamo un progetto che riteniamo interessante allora abbiamo un fondo di 60mila euro per ospitare il location manager per il primo viaggio e mostrargli i luoghi che potrebbero andare bene per la sceneggiatura che ha proposto».

Le ricadute
L’impatto sul territorio in termini economici supera i 25 milioni di euro, mentre quello turistico può sfociare, come nel caso di Un passo dal cielo, serie italiana girata in parte nel territorio ampezzano, in itinerari alla scoperta delle location dei film o, nel caso di Venezia, avere un’eco mondiale. «Su Venezia ci arrivano spesso delle richieste che fanno capire che non sia chiara la complessità della città e sta a noi spiegarne la fragilità e dare indicazioni su come poterci girare un film» prosegue Chissa. «Adesso stiamo cercando di intercettare le grandi produzioni americane che hanno comunque dei produttori esecutivi italiani. A breve per la prima volta andremo al Festival di Cannes per prendere contatti. Siamo nati da poco, ma stiamo crescendo in fretta».
Ciak si gira
Il prossimo appuntamento è alle porte con Gabriele Salvatores, tra i vincitori dell’ultimo bando regionale: il regista girerà il suo Casanova a settembre, proprio durante la Mostra del Cinema. Lo si vedrà al Lido, a Venezia e in una villa della terraferma ancora da scegliere.
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