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A Lozzo sono già accatastati in magazzino Il no del preside: scomodi e troppo piccoli

«Possono servire per attività limitate a un’ora, non per l’intera giornata, sono stati i ragazzi a chiederci di sostituirli con i banchi tradizionali»

Gianni biasetto
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LOZZO ATESTINO

A poco più di quattro mesi dall’inizio dell’anno scolastico, sono in gran parte accatastati in un magazzino di via Guido Negri a Lozzo Atestino i banchi con le rotelle arrivati dal ministero della Pubblica istruzione nell’agosto scorso all’Istituto comprensivo di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’, diretto dal professor Alfonso D’Ambrosio. Si trattava della prima fornitura in una scuola del Veneto e tra le prime in Italia.

Dovevano servire per garantire il distanziamento nelle classi cosiddette “pollaio” da 27 e 29 alunni. Il preside D’Ambrosio li aveva destinati ad una seconda classe della scuola secondaria del plesso di Lozzo Atestino.

«Ne erano arrivati 30, realizzati da un’azienda di Gorizia che ha un’unità operativa a Campodarsego, una ventina di questi sono in magazzino perché li abbiamo sostituiti con i banchi normali anche perché il numero dei ragazzi in quell’aula è sceso da 27 a 24», spiega il preside. «Ritengo che vadano bene per attività di un’ora, massimo due. Pensare di far restare i ragazzi seduti per un’intera giornata non va bene. Le sedute sono scomode e il piano d’appoggio di 28 centimetri per 50 è troppo piccolo. Tant’è che quando facciamo attività di robotica con i lego gli studenti si siedono a terra e lavorano sul pavimento».

Il professor D’Ambrosio non scarta al 100 per 100 i banchi con le rotelle. «Noi non li avevamo richiesti per l’emergenza Covid, ma per attività di ricerca. Non si tratta di banchi “autoscontro”, come molti li hanno battezzati anche perché le rotelle si possono bloccare. Dopo il momento novità, sono stati i ragazzi i primi a chiederci di sostituirli con banchi tradizionali perché creavano problemi di mal di schiena. Anche se non a tutti».

Il prezzo delle cosiddette “sedute mobili” dotate di una ribaltina dove posare i quaderni o il tablet che può sopportare un peso fino a 60 chili, durante il lockdown era salito a 150 euro più Iva, tanto che la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta. —

Gianni biasetto

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