VENEZIA. Le scuole superiori riaprono alle lezioni in presenza da lunedì primo febbraio. Per il momento, solo al 50 per cento (per l'altra metà degli studenti continuerà la didattica a distanza). Si ripropone come a settembre (prima dello stop per la seconda ondata del Covid) la questione del rischio di assembramenti sui mezzi di trasporto, autobus, treni o natanti che siano.
Gli studenti delle superiori in Veneto sono 213 mila, di cui 155 mila pendolari, oltre a 17 mila docenti. Per portarli a scuola, considerata la capienza massima consentita del 50 per cento dei posti omologati, sono stati aggiunti 683 mezzi e sono stati assunti 224 steward.
Quasi tutte le province e i Comuni hanno scelto di mantenere l'orario unico di ingresso a scuola: troppo complesso il sistema dei doppi turni. Ci sono rarissime eccezioni: il comune di Verona, il comune di Dolo.
Il piano regionale è stato illustrato stamani dalla vicepresidente e assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti. Il costo totale dell'operazione è di circa 6,5 milioni di euro al mese.Per provincia, il potenziamento dei servizi prevede per Venezia circa 131 bus in più e 48 steward; per Treviso 120 bus aggiuntivi e 20 steward; per Belluno 18 bus in più e 6 steward; per Padova 166 bus in più e 40 mezzi; Per Vicenza 143 bus e 48 steward; per Rovigo 20 bus aggiuntivi e 12 steward; per Verona 85 mezzi in più e 70 steward.
Ecco la guida completa al piano di ripartenza del trasporto scolastico in Veneto
Dai confronti con le aziende di trasporto emerge che il «buco» nei bilanci ammonta a 170 milioni di euro circa, contando i minori costi per manutenzioni e rifornimenti dei mezzi, risparmi per la Cig del personale, minori entrate dai biglietti e maggiori costi sostenuti per la sanificazione dei bus.