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Ecco il maxi raduno veneto degli ultrà anti mascherine: «Inutile clima di terrore»

A Stra 300 seguaci del gruppo Vox Italia riuniti con il fondatore Diego Fusaro: «Terapie intensive vuote, i numeri di oggi non giustificano le limitazioni»

Laura Berlinghieri
2 minuti di lettura

VENEZIA. Strette di mano, abbracci, mascherine a protezione del gomito. Il virus relegato a un passato che non tornerà. «I numeri di oggi non giustificano le limitazioni» spiega Fabrizio Viti, presidente del circolo padovano di Vox Italia, il “partito” del filosofo e personaggio televisivo Diego Fusaro che proprio oggi compie il suo primo anno di vita.

Con i festeggiamenti andati in scena ieri tra le sale e il giardino di villa Foscarini Rossi a Stra, dove oltre 300 adepti di Fusaro si sono dati appuntamento per "Futuro e identità", la prima conferenza nazionale del partito. Tutti seduti fianco a fianco e molti senza mascherina, all'esterno come all'interno della villa.

Una giornata intensa, che ha visto l’alternarsi sul palco di politici, giornalisti ed economisti. C’era la deputata veneta Sara Cunial, già “pizzicata” in pieno lockdown mentre andava al mare «in quanto parlamentare», e la settimana scorsa salita ai (dis)onori della cronaca per avere provato a baciare un inviato di Piazza Pulita che indossava la mascherina. C’era il professore Ivano Spano, candidato presidente alle elezioni regionali, e poi c’era lo stesso Fusaro.

«Perché siamo qui? Per curiosità» spiega Andrea Porcia, tra il pubblico. «Quanto al dibattito “mascherina sì / mascherina no”, è giusto che le leggi vengano rispettate, anche se di alcune non condivido il contenuto». Evidentemente la pensavano diversamente gli altri 299 partecipanti al convegno, seduti uno a fianco all'altro e rigorosamente a volto scoperto. E quindi termoscanner all’ingresso sì, registro con l’elenco dei nominativi pure, ma la mascherina no. D'altra parte, «le terapie intensive sono praticamente vuote e il numero dei nuovi casi è vicino allo zero. Viviamo in un clima di terrore» la visione di Viti, che poi è la visione del gruppo. «A marzo c’è stato il picco dei contagi, ma ora?».

E non vale la spiegazione “lavorare precauzionalmente per scongiurare l’ipotesi di un ritorno alle cifre di marzo”. «Troppo facile» commenta. «Il principio di precauzione allora dovremmo applicarlo anche alla possibilità di ammalarsi di tumore, eppure continuiamo a mangiare quello che viene venduto nei supermercati. E per il 5G, allora, questo principio non serve? Dobbiamo proseguire a vivere sapendo che c’è un virus in più, ma che è gestibile, curabile. Sembra che non si muoia più di Coronavirus».

Temi affrontati nel corso dei vari dibattiti, che hanno visto la partecipazione di persone arrivate da tutta Italia; in un caso, persino da Berlino. «L’obiettivo di Vox Italia è la creazione di un nuovo umanesimo» spiega ancora Viti. «Siamo un partito di sinistra con valori di destra, con l’obiettivo di tutelare l’operaio e l’imprenditore. Come? Con azioni politiche che non siano, come è consuetudine, a sostegno solo dell’una o dell’altra categoria. Noi siamo il quarto polo.

E un altro punto centrale è l’introduzione di una nuova moneta, da ricalcolare». «Siamo l’alternativa al partito unico del neoliberismo imperante» sintetizza il tesoriere di Vox Italia Marco Pipino. «Serve creare una forza unitaria che convogli le tante piccole realtà politiche che formano l’universo sovranista» la sintesi di Federica Francesconi, responsabile politica dell’Emilia Romagna.

Intanto, al di fuori del “microcosmo” della villa, la vita continuare a scorrere, scandita dai dpcm. A poche centinaia di metri c’è la manifestazione “weekend strabiologico”: mascherine obbligatorie, nonostante gli stand all’aperto.—


 

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