roma. «Conosco il dottor Mantoan, è un ottimo professionista, una persona seria che proviene da un sistema sanitario d’eccellenza qual è il Veneto. Saprà fare bene». Parole del predecessore Stefano Vella, medico e scienziato, autorità internazionale nel campo della lotta all’Aids; a capo dell’Aifa tra 2017 e 2018, ora dirige il Dipartimento del Farmaco all’Istituto Superiore di Sanità.
«Avrà un compito delicato importante», aggiunge «perché l’agenzia valuta le modalità della distribuzione dei farmaci nel servizio sanitario pubblico, stabilisce quali privilegiare sul versante dei rimborsi e di fatto è garante del nostro straordinario sistema universalistico che assicura a tutti l’accesso alle cure primarie. Un patrimonio da difendere».
Trappole in vista per il suo successore? «Spero di no, piuttosto occorre una mini-riforma che riequilibri i poteri decisionali tra il presidente, indicato dalle Regioni, e il direttore generale nominato dal Governo; attualmente, l’ago è piuttosto sbilanciato sul secondo». «Ma questo è un compito istituzionale che va oltre la persona», conclude «a Mantoan invece mi permetto di rivolgere due consigli: ascolti la voce dei pazienti, non rappresentano soltanto malattie da curare ma risorse preziose da riguadagnare alla comunità. E poi dialoghi con l’Europa, con le agenzie dell’Ue, che regola l’immissione dei farmaci sul mercato: l’Aifa è conosciuta e stimata ma negli ultimi anni si è un po’ isolata dal contesto internazionale». —