La 'ndrangheta in Veneto, le reazioni: ora basta sottovalutare

VENEZIA. I reati principali contestati alle persone coinvolte dal blitz contro la’ndrangheta in Veneto sono l’associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, violenza, usura, sequestro di persona, riciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Reati gravi che delineano una presenza con controllo del territorio e delle sue realtà economiche.
L’inchiesta, battezzata ”Camaleonte”, frutto di una indagine congiunta di Guardia di Finanza e Carabinieri, coordinata dalla Pm Paola Tonini della Procura distrettuale di Venezia; le ordinanze di custodia sono state firmate dal giudice Gilberto Stignano.
Nella rete delle forze dell’ordine sono finite 13 persone agli arresti e 14 ai domiciliari. Altre sei hanno l’obbligo di firma, mentre per altri sei scattato l’obbligo di non esercitare impresa per 12 mesi. Tutto faceva capo al clan Grande Aracri di Cutro, in provincia di Crotone.
CHERCHI
“In Veneto non si può più parlare di infiltrazioni delle mafie ma di una presenza, una realtà che per controllabile grazie al solido tessuto sociale” . Lo ha detto il Procuratore di Venezia Bruno Cherchi, dopo il blitz contro la ’ndrangheta compiuto da Carabinieri e Guardia di finanza. Secondo Cherchi, alla luce delle ultime inchieste che hanno portato oltre 100 arresti in Veneto per criminalità organizzata “non si può più parlare di presenze a livello locale ma di un quadro di riferimento con struttura regionale” .
Un riferimento che oltre alle organizzazioni malavitose calabresi comprende anche mafie, come la camorra, oggetto dell’inchiesta portata a termine il mese scorso nel veneziano. Di contro, per Cherchi “c’è la sostanziale forza del territorio, sia sul fronte amministrativo che imprenditoriale, che offre stimoli per controllare il fenomeno” . “Le ultime attività di rilievo – ha aggiunto – dimostrano la capacità di reagire ad una attività mafiosa, nelle varie declinazioni, che può essere contrastata” .
“Un segno inquietante di come le mafie siano presenti nel Nordest e di come sia necessaria un’azione di repressione, ma anche di prevenzione nel territorio”. Lo segnala il deputato veneziano del Pd Nicola Pellicani, componente della Commissione parlamentare antimafia. “Da tempo, in seguito alle operazioni delle scorse settimane sulla presenza della ’ndrangheta e della camorra sul litorale veneziano, chiedo che la Commissione Antimafia si rechi in Veneto per verificare la situazione e dare un segnale forte della presenza massiccia dello Stato, contro i mafiosi, per tornare a rivendicare il valore della legalità e contrastare con forza questi fenomeni”, ricorda Pellicani.
“Mi complimento con la Procura Distrettuale Antimafia di Venezia, il Comando Provinciale dei carabinieri di Padova e la Guardia di Finanza di Venezia per il grande lavoro fatto, con trentatrè ordinanze di custodia cautelare nei confronti di appartenenti al clan ’ndranghetista dei Grandi Aracri. Eseguiti anche sequestri per oltre 20 milioni di euro. Le accuse sono associazione per delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, estorsione, false fatturazioni, usura e aggressioni violente. A dimostrazione che la criminalità organizzata è molto ben infiltrata nel tessuto economico del nostro territorio, con legami profondi con imprenditori e professionisti locali, come ha dimostrato questa ultima inchiesta, e si tratta di un fenomeno che non deve essere assolutamente sottovalutato”, conclude il deputato del Pd.
I SINDACATI
"Le notizie di una ulteriore grande operazione della Procura distrettuale antimafia di Venezia con l'arresto di 33 persone implicate in attività della ’ndrangheta confermano come l'infiltrazione e l'insediamento mafioso in Veneto siano una realtà non più sottovalutabile". Lo affermano, in una dichiarazione congiunta, i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Veneto, Ferrari, Refosco e Colamarco, chiedendo un incontro urgente al presidente della Regione, Zaia. "Il grande lavoro investigativo e repressivo della magistratura e delle forze dell'ordine - proseguono - deve essere quindi accompagnato dalla massima attenzione delle rappresentanze istituzionali e sociali e da una costante sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Chiediamo al Presidente Zaia una urgente convocazione di tutte le Parti Sociali per definire, insieme alle istituzione preposte, una piano di azione per il contrasto alla criminalità organizzata in Veneto. Inviamo la Regione e le istituzioni locali, a partire dai Comuni capoluogo ad aderire alla manifestazione di Padova del 21 marzo prossimo venturo. Nessuno deve girarsi dall'altra parte".
"La Mafia allunga i suoi tentacoli anche in Veneto. Per questo occorre tenere la guardia alta ed estirpare ogni focolaio di illegalità. Ringrazio le donne e gli uomini che hanno coordinato e preso parte all'importante operazione che si conclusa in queste ore, con 33 arresti", dichiara invece il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Andrea Ostellari (Lega).
Più “politico” il commento del presidente della giunta regionale Luca Zaia. "Che si tratti di criminalità organizzata o no, questi figuri devono capire che il Veneto è terra di onestà e di legalità, che non sopporta i delinquenti e che è supportata da inquirenti e forze dell'ordine tenaci, preparati, duri quanto serve. Pane duro da masticare per il crimine, che lo sarà ogni giorno di più. Vale a dire tolleranza zero", dice Zaia.
"Mentre attendiamo i particolari è già chiaro - prosegue - che siamo di fronte a una nuova importante operazione contro la criminalità organizzata nel Veneto. Una conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, dell'efficienza della Procura Distrettuale Antimafia di Venezia guidata da Bruno Cherchi e del coordinamento delle forze dell'ordine sul campo, che ci regalano questa belle notizie. La giornata comincia bene".
LIBERA
Il 21 marzo ci sarà la Giornata nazionale contro le mafie, organizzata ogni anno dall’associazione Libera, guidata da don Luigi Ciotti. E per la prima volta questa grande manifestazione si svolgerà in Veneto, a Padova. «Quando mesi fa abbiamo scelto il Nord Est, il Veneto per la giornata nazionale della Memoria e dell'Impegno molti avevano accolto la nostra decisione con diffidenza e resistenza», ricorda Francesca Rispoli, dell’ufficio di presidenza di Libera.
«L'operazione di oggi come quella delle scorse settimane a Eraclea, grazie al lavoro della magistratura e delle forze dell' ordine, dimostrano con chiarezza che le mafie sono presenti e non bisogna abbassare la guardia», sottolinea Rispoli, «Ecco che ci meraviglia chi si stupisce: oggi più che mai mafia e corruzione sono parassiti che erodono il tessuto sociale. Le commistioni con la mafia sono difficili da sconfiggere perché non operano a viso scoperto, si insidiano nelle persone e nelle realtà e ne succhiano il sistema da dentro. Il Veneto però ha gli anticorpi per poter reagire, dobbiamo metterci la faccia, per dire da che parte si sta. Questo è un momento in cui ci vuole un riscatto da parte di tutti, una rivoluzione culturale, etica, sociale».
«Nell'ultimo focus di Libera», continua Rispoli, «il Nord est da locomotiva economica del Paese, nel silenzio e lentamente rischia di trasformarsi in “lavatrice” di soldi sporchi. Secondo i dati presenti nella relazione primo semestrale 2018 della Direzione Investigativa Antimafia, nelle tre regioni del Nord Est le operazioni sospette, nei primi sei mesi del 2018, sono complessivamente 4.281 pari al 7,7% del totale nazionale. Il maggior numero di segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio sono nel Veneto, dove ogni giorno in questa regione presso banche ed enti creditizi si effettuano 19 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette di riciclaggio per un totale di di 3.518 euro.
E quest'anno sarà il Veneto, sarà Padova la piazza principale scelta da Libera per prossimo 21 marzo la XXIV Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Libera ha scelto Padova per stare vicino a chi, nel Veneto , non si rassegna alla violenza mafiosa, alla corruzione e agli abusi di potere, ma per valorizzare l’opera di tante realtà, laiche e cattoliche, istituzionali e associative, impegnate in quella terra difficile ma generosa per il bene comune, per la dignità e la libertà delle persone».
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