I voti persi dal Pd conquistati dal M5S
I flussi elettorali elaborati dall’istituto Cattaneo. Anche il Carroccio in grado di calamitare voti dem
di Claudio Malfitano
PADOVA. Tutti i flussi elettorali, soprattutto al Nord, portano alla Lega. È l’unico partito capace di attirare voti senza perderne alcuno. Mentre il Movimento Cinque Stelle ha una doppia faccia: se al Sud è una forza “pigliatutto” al Nord diventa un partito “traghettatore”: conquista voti dal Pd e ne cede una parte alla Lega. È questa l’analisi dei flussi elaborata dall’Istituto Cattaneo di Bologna sulla base dei risultati nei collegi elettorali delle grandi città. In Veneto la tendenza emersa è, in generale, la stessa del resto del Nord con la particolarità però di un Carroccio ancora più forte, che anche grazie alla battaglia referendaria sull’autonomia (molto più sentita qui che in Lombardia) è in grado di attirare voti dai simpatizzanti di quasi tutti gli altri partiti, compreso lo stesso Pd.
Proprio il crollo dei dem è il caso che fornisce al Cattaneo i migliori spunti per studiare i flussi elettorali. Il Pd infatti perde voti in numerose direzioni, ma è il Movimento Cinque Stelle il principale beneficiario di questa “emorragia”. Il partito fondato da Grillo continua la sua opera di erosione sull’elettorato della sinistra progressista. Un’opera iniziata diversi anni fa e che in questa tornata elettorale si è fatta particolarmente incisiva.
L’istituto bolognese ne segue lo sviluppo a partire dalla fase nascente quando il M5S ha attinto soprattutto dal repertorio della sinistra, soprattutto di quella “postmaterialista”: ambientalismo, consumerismo, partecipazione. A questi temi si è poi aggiunto il reddito di cittadinanza che, rivolgendosi soprattutto a settori sociali più marginali e che hanno subito la crisi, sfida la sinistra anche sul piano dell’aiuto a chi è rimasto indietro. Altro tema caratterizzante che i grillini hanno “rubato” è quello della legalità: da Tangentopoli agli anni dell’opposizione a Berlusconi, la sinistra ha spesso rivendicato quell’“onestà” che ora è slogan del M5S. Uno slogan che può risultare attrattivo nei confronti di una parte significativa dell’elettorato progressista. La difesa della Costituzione (con la campagna referendaria del 2016 come punto di svolta) è un altro tema su cui le posizioni grilline hanno utilizzato retoriche e argomenti pescati nel repertorio tradizionale della sinistra. «M5S si è posto come concorrente del Pd, offrendosi agli elettori di questa parte politica come una sinistra più “vera” di quella incarnata da un leader come Renzi che, su molte questioni ha assunto posizioni di rottura con la tradizione di sinistra», spiegano i ricercatori dell’Istituto Cattaneo.
Non solo: c’è una parte degli elettori Pd che non è andato a votare, finendo nell’astensione. Mentre è stata limitata la capacità di LeU di incidente nell’elettorato dem. C’è stata invece una sostanziale novità in questa tornata elettorale del 2018: la capacità della Lega di erodere l’elettorato Pd. Su quali basi? «I temi del controllo dell’immigrazione, e più in generale del “law & order”, tradizionale patrimonio dell’elettorato di centrodestra, sono evidentemente temi che oggi suscitano l’attenzione e le preoccupazioni anche dell’elettorato di sinistra», rispondono gli studiosi dei flussi.
Ci sono stati voti in entrata nel “magro” risultato raggiunto dal Pd? Pochi, secondo l’istituto bolognese, e quasi tutti provenienti da quell’elettorato moderato che nel 2013 aveva portato “Scelta civica” di Mario Monti ad ottenere il 10% dei consensi.
L’altra dinamica elettorale che può essere analizzata in termini di flussi da un partito all’altro è, nelle città del Nord, la perdita di voti del Movimento Cinque Stelle a vantaggio della Lega Nord. In questo caso il partito di Grillo paga la sua ambivalenza, cioè le tensioni che lo spingono contemporaneamente a sinistra per svuotare il bacino del Pd e a destra per non subire la concorrenza della Lega.
Il ruolo di “traghettatore” di voti per il M5S è stato proprio coniato per questa caratteristica, emersa in particolare per le elezioni comunali, quando i grillini riescono al primo turno a rubare voti al Pd per poi portarli al ballottaggio, nel caso in cui il candidato M5S fosse assente, al candidato di centrodestra.
Infine rilevante per l’istituto Cattaneo è anche il “rimescolamento delle carte” interno al centrodestra: quote rilevanti di elettori si sono spostati dal partito berlusconiano verso la Lega e, in misura minore, verso Fratelli d’Italia. «Forza Italia è in un momento di debolezza di cui sono indicative le perdite subite in varie direzioni: astensione, spesso M5S, talvolta anche Pd», concludono i ricercatori.
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