«L’Arpav ora indaghi sui Pfas nei fanghi»
VENEZIA. «Arpav e gli enti preposti stabiliscano se nei fanghi conferiti nella discarica di Ca’ Siberie a Sommacampagna sono presenti i Pfas». A chiederlo è Manuel Brusco, presidente della...
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VENEZIA. «Arpav e gli enti preposti stabiliscano se nei fanghi conferiti nella discarica di Ca’ Siberie a Sommacampagna sono presenti i Pfas». A chiederlo è Manuel Brusco, presidente della commissione consiliare regionale sui Pfas: «Mi auguro che siano gli enti preposti, l’Arpav in primo luogo – avverte Brusco – a stabilire se nei fanghi conferiti nella discarica di Ca’ Siberie a Sommacampagna siano presenti composti chimici contenenti Pfas e derivati. Voglio ricordare che è in atto da molto tempo l’esportazione dal Veneto verso la Lombardia di fanghi contenenti Pfas – continua il consigliere regionale – e reflui di impianti di depurazione, tra cui quello di Trissino gestito da AVS dove è collettata l’azienda Miteni. Inoltre – conclude Brusco – se la Miteni ritiene di essere nel giusto a mostrare delle analisi del 2014, dove dal suo punto di vista sono assenti i Pfas, che risultano sotto 1 milligrammo per chilogrammo, mostri anche le analisi dei fanghi prodotti prima del 2013 e dica in quali siti sono stati conferiti. In questo modo si potranno agevolare gli enti preposti nelle analisi per verificare l’eventuale presenza di Pfas nei fanghi e tutelare la salute di ambiente e cittadini».
Da Trissino la replica: i fanghi di Miteni «non contengono Pfas e peraltro non vengono nemmeno più inviati alle discariche, ma bruciati». Lo sostiene la stessa azienda, secondo la quale «non ci può essere alcuna relazione tra la presenza di fanghi con i Pfas in discariche o altrove e Miteni, ma è ancora una volta la dimostrazione che le fonti inquinanti sono molteplici». «Le analisi dei fanghi - rileva l'azienda - realizzate da soggetti terzi e certificate sono pubblicate sul sito www.miteninforma.it. Miteni, pur non avendo perfluoroalchilici nei fanghi a dimostrazione dell'efficienza dei propri processi di filtraggio, ne ha addirittura interrotto l'invio in discarica anche se sono privi di Pfas». Dunque, le notizie «che raccontano della presenza di Pfas nei fanghi dimostrano che vi sono processi di lavorazione che utilizzano queste sostanze e che le hanno sempre utilizzate, notizie rispetto alle quali Miteni è in modo evidente e documentato completamente estranea».
Da Trissino la replica: i fanghi di Miteni «non contengono Pfas e peraltro non vengono nemmeno più inviati alle discariche, ma bruciati». Lo sostiene la stessa azienda, secondo la quale «non ci può essere alcuna relazione tra la presenza di fanghi con i Pfas in discariche o altrove e Miteni, ma è ancora una volta la dimostrazione che le fonti inquinanti sono molteplici». «Le analisi dei fanghi - rileva l'azienda - realizzate da soggetti terzi e certificate sono pubblicate sul sito www.miteninforma.it. Miteni, pur non avendo perfluoroalchilici nei fanghi a dimostrazione dell'efficienza dei propri processi di filtraggio, ne ha addirittura interrotto l'invio in discarica anche se sono privi di Pfas». Dunque, le notizie «che raccontano della presenza di Pfas nei fanghi dimostrano che vi sono processi di lavorazione che utilizzano queste sostanze e che le hanno sempre utilizzate, notizie rispetto alle quali Miteni è in modo evidente e documentato completamente estranea».
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