Zaia: «Un anno d’oro Con il referendum una scossa all’Italia»
Il presidente tira le somme: Pedemontana, lotta ai Pfas e nuovo ospedale di Padova scelte strategiche del 2017
di Albino Salmaso
3 minuti di lettura

VEN EZIA. «Pedemontana, referendum sull’autonomia, lotta ai Pfas della Miteni e il nuovo ospedale di Padova Est sono un bilancio che vale un’intera legislatura. Mi lascio alle spalle un anno d’oro, grazie al magic team della Regione. Auguri a tutti». Luca Zaia sorride e con la sua verve, tra Catone Censore e i figli dei Gracchi “neotribuni del violino” trasforma il bilancio 2017 in un evento da “one man show”: in sei mesi lui e il sindaco di Padova Sergio Giordani hanno confezionato un “cadeau” da 1 miliardo di euro che l’ex sindaco Bitonci aveva dissipato in tre anni di liti con i suoi assessori, fino al voto anticipato. Lezione da imparare.
Se la statura di un leader si misura dalla capacità di fare quadra, di portare gli avversari dallo scontro alla collaborazione, allora Luca Zaia non ha rivali in Italia, come insegna il referendum del 22 ottobre. Il Pd è passato dal “no” al “ni” al “sì”avanti tutta con il regionalismo di Bressa nel giro di un mese. E quel 55% di “share” che gli assegna il primato di governatore più amato della Penisola conferma che Berlusconi non si sbaglia: l’unico vero leader del centrodestra che può battere il MS5 e Renzi e mettere d’accordo Lega e Forza Italia si chiama Luca Zaia. Lui però non ne vuole sapere: «Ho una missione da compiere, dare l’autonomia al popolo veneto, ridurre il gap con Trentino e Friuli», dice il presidente. «Non tiratemi per la giacca, c’è Matteo Salvini, resto fino al 2020», ripete a chi lo stuzzica.
Per capire il segreto della sua popolarità bisogna però avere la pazienza di partecipare agli auguri di fine anno. Più che un bilancio, è un evento sold out con posti in piedi, gli otto assessori schierati al suo fianco muti come pesci ma felici come angioletti del presepe, i dirigenti delle Usl chiamati a rispondere in presa diretta sulle liste d’attesa, un’orchestra di giovani che combina il rock con la classica in una disco-dance che diverte chi alza i calici e brinda dopo aver accarezzato «poenta e renga», piatto di Quaresima che ricorda la stagione dei nonni e della pellagra. Ora che il Veneto è una delle locomotive d’Europa, con un reddito procapite di 26 mila euro e l’export corre più veloce che in Germania, Zaia può dire con orgoglio: «Chiudo un anno molto proficuo, le Cassandre che avevano predetto il fallimento della Pedemontana sono state sconfitte. Stiamo realizzando il cantiere più grande d’Italia, un’opera da 2,2 miliardi che vale 2 punti di Pil, 94 km di autostrada da Montecchio a Spresiano frutto dell’intesa con il governo, l’Anac di Cantone e la Corte dei Conti. Sarà pronta a settembre 2020».
Secondo capitolo: il referendum sull’autonomia, la grande scommessa del lombardo-veneto che ha scosso l’Italia nelle stesse settimane in cui la Catalogna sognava l’indipendenza. Zaia con la sua professione di pragmatismo è diventato il leader italiano del regionalismo, un percorso costruito a tappe con Gianclaudio Bressa, il padre dell’articolo 116, terzo comma della Carta. Dopo le asperità verbali della campagna elettorale, «abbiamo capito che non vale la pena litigare: la stagione del regionalismo supera le barriere di partito. L’unico sconfitto è Renzi, che ha perso il referendum del 4 dicembre e il suo neocentralismo è finito in soffitta. A gennaio il Veneto firmerà la preintesa con il governo perché non voglio variazioni sul tema con la nuova legislatura. Il confronto riguarda cinque materie ma verrà allargato a tutte e 23, con il sottosegretario Bressa c’è un’ottima collaborazione e siamo pronti ad aprire la stagione dell’autonomia per superare gli sprechi e le inefficienze dello statalismo romano», dice Luca Zaia.
Poi una rapida carrellata sull’emergenza Pfas: «Il Veneto combatte da solo una battaglia che vede il governo assente, con 3 milioni di euro sono stati installati i filtri agli acquedotti per garantire acqua pulita». Non è finita. Zaia ricorda che con i bacini di laminazione di Caldogno, Trissino, Prà dei Gai e del Piave un’emergenza drammatica come quella del 2010 non si trasformerà in alluvione. «Abbiamo il primato della sanità in Italia per i Lea, cioè i bisogni fondamentali garantiti ai cittadini. Dopo l’intesa firmata con il sindaco Giordani, ora sono pronto a chiedere un miliardo di euro al governo per realizzare il nuovo policlinico di Padova est». Ecumenico e rassicurante: questo è Zaia. «Il Veneto è l’unica regione tax free d’Italia, non metterò mai l’addizionale» giura il governatore che alza il calice al cielo e supplica: «I vigneti di prosecco di Valdobbiadene diventino patrimonio Unesco». Chi lo ferma più?
Berlusconi, non mollare...
Se la statura di un leader si misura dalla capacità di fare quadra, di portare gli avversari dallo scontro alla collaborazione, allora Luca Zaia non ha rivali in Italia, come insegna il referendum del 22 ottobre. Il Pd è passato dal “no” al “ni” al “sì”avanti tutta con il regionalismo di Bressa nel giro di un mese. E quel 55% di “share” che gli assegna il primato di governatore più amato della Penisola conferma che Berlusconi non si sbaglia: l’unico vero leader del centrodestra che può battere il MS5 e Renzi e mettere d’accordo Lega e Forza Italia si chiama Luca Zaia. Lui però non ne vuole sapere: «Ho una missione da compiere, dare l’autonomia al popolo veneto, ridurre il gap con Trentino e Friuli», dice il presidente. «Non tiratemi per la giacca, c’è Matteo Salvini, resto fino al 2020», ripete a chi lo stuzzica.
Per capire il segreto della sua popolarità bisogna però avere la pazienza di partecipare agli auguri di fine anno. Più che un bilancio, è un evento sold out con posti in piedi, gli otto assessori schierati al suo fianco muti come pesci ma felici come angioletti del presepe, i dirigenti delle Usl chiamati a rispondere in presa diretta sulle liste d’attesa, un’orchestra di giovani che combina il rock con la classica in una disco-dance che diverte chi alza i calici e brinda dopo aver accarezzato «poenta e renga», piatto di Quaresima che ricorda la stagione dei nonni e della pellagra. Ora che il Veneto è una delle locomotive d’Europa, con un reddito procapite di 26 mila euro e l’export corre più veloce che in Germania, Zaia può dire con orgoglio: «Chiudo un anno molto proficuo, le Cassandre che avevano predetto il fallimento della Pedemontana sono state sconfitte. Stiamo realizzando il cantiere più grande d’Italia, un’opera da 2,2 miliardi che vale 2 punti di Pil, 94 km di autostrada da Montecchio a Spresiano frutto dell’intesa con il governo, l’Anac di Cantone e la Corte dei Conti. Sarà pronta a settembre 2020».
Secondo capitolo: il referendum sull’autonomia, la grande scommessa del lombardo-veneto che ha scosso l’Italia nelle stesse settimane in cui la Catalogna sognava l’indipendenza. Zaia con la sua professione di pragmatismo è diventato il leader italiano del regionalismo, un percorso costruito a tappe con Gianclaudio Bressa, il padre dell’articolo 116, terzo comma della Carta. Dopo le asperità verbali della campagna elettorale, «abbiamo capito che non vale la pena litigare: la stagione del regionalismo supera le barriere di partito. L’unico sconfitto è Renzi, che ha perso il referendum del 4 dicembre e il suo neocentralismo è finito in soffitta. A gennaio il Veneto firmerà la preintesa con il governo perché non voglio variazioni sul tema con la nuova legislatura. Il confronto riguarda cinque materie ma verrà allargato a tutte e 23, con il sottosegretario Bressa c’è un’ottima collaborazione e siamo pronti ad aprire la stagione dell’autonomia per superare gli sprechi e le inefficienze dello statalismo romano», dice Luca Zaia.
Poi una rapida carrellata sull’emergenza Pfas: «Il Veneto combatte da solo una battaglia che vede il governo assente, con 3 milioni di euro sono stati installati i filtri agli acquedotti per garantire acqua pulita». Non è finita. Zaia ricorda che con i bacini di laminazione di Caldogno, Trissino, Prà dei Gai e del Piave un’emergenza drammatica come quella del 2010 non si trasformerà in alluvione. «Abbiamo il primato della sanità in Italia per i Lea, cioè i bisogni fondamentali garantiti ai cittadini. Dopo l’intesa firmata con il sindaco Giordani, ora sono pronto a chiedere un miliardo di euro al governo per realizzare il nuovo policlinico di Padova est». Ecumenico e rassicurante: questo è Zaia. «Il Veneto è l’unica regione tax free d’Italia, non metterò mai l’addizionale» giura il governatore che alza il calice al cielo e supplica: «I vigneti di prosecco di Valdobbiadene diventino patrimonio Unesco». Chi lo ferma più?
Berlusconi, non mollare...
I commenti dei lettori