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Acquedotto di Verona, scatta l’allarme Pfos

Il M5S attacca la Regione: «Coletto e Bottacin minimizzano il pericolo, più impegno per la sicurezza»

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VERONA. Si allarga l’incubo dell’inquinamento da Pfas negli acqueodotti del Veneto e questa volta la Miteni non ha alcuna responsabilità. A lanciare l’allarme sono stati gli assessori regionali Coletto e Bottacin: «È stata riscontrata la presenza di soloPpfos (acido perfluoottansulfonico) e non di altri elementi chimici della famiglia dei Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) in un pozzo superficiale gestito da Acque Veronesi. Dai primi elementi raccolti, - l'Arpav esclude che possa esserci qualche collegamento con l'inquinamento da Pfas nell'area di Trissino, nel Vicentino. Lo sforamento dei limiti riscontrato nel pozzo veronese è di leggera entità ma l'attenzione resta massima. Anche il rilevamento di questo episodio conferma che l'attività di monitoraggio e controllo è continua e riguarda tutto il territorio regionale», spiega l’assessore Coletto.

Da parte sua l'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto sottolinea che «Tutte le iniziative che risultassero necessarie per salvaguardare la salute pubblica saranno adottate con la massima celerità». E da ieri proseguono i controlli sulla centrale idrica dell'acquedotto, che serve in particolare la zona stadio a Verona. Un caso isolato - assicurano ad Acque Veronesi - e che nulla ha a che spartire con la situazione venutasi a creare nel Vicentino e in alcune aree della provincia veronese.

Greenpeace va all’attacco:«Il Pfos è una delle sostanze più pericolose del gruppo dei Pfas, tanto da essere l’unico composto regolamentato a livello internazionale. Il Pfos è un noto interferente endocrino che può accumularsi nel fegato, nei reni e nel cervello umano”, dice Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia.

Sul tema interviene anche l'onorevole Mattia Fantinati del M5S. «L'inquinamento delle acque venete e veronesi è grave e fuori controllo. La Regione invece di minimizzare la situazione dissociando i Pfos dai Pfas, si preoccupi di spiegare ai cittadini veronesi che cosa hanno bevuto negli ultimi anni quotidiamente e si preoccupi di mettere in sicurezza non solo la città ma anche i comuni della bassa veronese e dell'est colpiti». (r.r.)

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