Nasce il marchio della scarpa “made in Venezia-Riviera”
STRA. Nasce il marchio di certificazione della calzatura «Made in Venezia – Made in Riviera del Brenta». Questo il senso dell’importante accordo sottoscritto a Stra tra Acrib (calzaturifici dell’area)...

STRA. Nasce il marchio di certificazione della calzatura «Made in Venezia – Made in Riviera del Brenta». Questo il senso dell’importante accordo sottoscritto a Stra tra Acrib (calzaturifici dell’area), Confindustria Padova, Confindustria Venezia, Associazione artigiani e Piccola Impresa Città della Riviera del Brenta, Cna, Filctem Cgil, Femca Cisl. Un accordo che punta a risolvere i problemi legati alle delocalizzazioni, la pratica di affidare a laboratori clandestini cinesi parte della produzione (tacchi e suole prevalentemente) sfruttando l’abbassamento del costo del lavoro privo di regole. Un fenomeno che anche nei mercati internazionali ha cominciato ad insinuare dubbi sull’originalità dei prodotti Made in Riviera .
«Si vuole realizzare» ha spiegato il presidente di Acrib Siro Badon, «un marchio di qualità che dia trasparenza all’intero processo produttivo per premiare le aziende che operano nel rispetto delle regole e della legalità». Produzione e fatturato del comparto si sono confermate nell’ultimo decennio, attestandosi a 20 milioni di paia di scarpe e 1,65 miliardi di euro con un export del 91 %, nonostante negli ultimi anni si sia assistito ad una contrazione del numero dei calzaturifici e delle aziende della filiera, inclusi i tomaifici.
«Se da un lato possono esserci stati incrementi produttivi determinati da miglioramenti tecnologici e da ricorso a laboratori esteri, dall’altro esiste il fondato timore di una presenza nel distretto di situazioni non regolari. Questo il motivo che sta alla base dell’accordo. Speriamo che tutte le polemiche seguite alla scoperta di laboratori illegali si concludano». Sulla stessa linea Franco Scantamburlo segretario dell’Associazione artigiani della Riviera per il quale « l’inclusione nell’accordo dell’impresa artigiana calzaturiera, è sinonimo di trasparenza e di valorizzazione di un settore e collaborazione tra i soggetti della filiera e può rilanciare l’intera economia dell’area». Il progetto prevede un’analisi preventiva dei mercati cui sono rivolti i prodotti. Seguirà la stipula di un contratto di rete tra le aziende della filiera e la costituzione di una struttura commerciale. (r.r.)
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