Asiago va alla guerra «No al Piano casa, è una nefandezza»
Il sindaco Gios: «Il nostro Comune non applicherà la legge» E ora si apre un clamoroso braccio di ferro con la Regione
di Albino Salmaso
Stop alla nuova colata di cemento che minaccia il Veneto, Asiago dichiara guerra al «Piano Casa» della giunta Zaia. E lo boccia perché in contrasto con le norme Ue sulla Vas, la Valutazione ambientale strategica. Mai e poi mai nessuno potrà costruire a ridosso dell’Ossario della Grande Guerra, il trasferimento di cubatura fino ad un raggio di 200 metri introdotto dal «terzo piano casa» è una minaccia all’integrità dei centri storici e quindi va bloccato. Stop, dietrofront su tutta la linea: «La legge approvata il 23 novembre scorso a Venezia è una nefandezza priva di senso che rischia di deturpare il paesaggio», dichiara il sindaco Andrea Gios.
Nell’Altopiano tanto caro a Mario Rigoni Stern, le seconde case sono spuntate come funghi tra i boschi di Roana e Gallio e il vero problema è lo spopolamento della montagna che vive di turismo e agroindustria. Il boom edilizio degli anni Novanta è fotografato dai dossier dell’urbanista Tiziano Tempesta: il 59,6% dei veneti abita in villini uni o plurifamiliari contro una media italiana del 42,9%. E dopo la Lombardia, il Veneto è la regione più cementificata con l’11,3% del territorio urbanizzato: il triplo della media Ue, pari al 4,3%. Un’intera provincia come Rovigo è stata regalata al cemento, con effetti devastanti sotto il profilo della tenuta idrogeologica, come il perenne incubo-alluvione del Bacchiglione a Vicenza sta a dimostrare. Tanto che in Regione è ferma una legge per il consumo zero del territorio, in attesa dei mega-invasi di contenimento delle piene dei fiumi a Creazzo e a Trissino per salvare città e campagna.
Proprio dalla «riconversione» e ampliamento delle vecchie cubature trae ispirazione il «Piano Casa III» voluto dal vicegovernatore Marino Zorzato con l’obiettivo di rimettere in moto l’edilizia, travolta da una crisi che sembra inarrestabile: l’Ance lo ha salutato con soddisfazione. Ma i sindaci sono insorti, perché esautorati di ogni loro potere in materia urbanistica. Un coro di proteste bipartisan: Lega, Pdl e Pd uniti contro la Regione. Battaglia finita con la vittoria di Zorzato e Zaia? Affatto, perché con una decisione clamorosa, approvata dal consiglio comunale di Asiago il 23 dicembre scorso, il sindaco Gios ha riaperto i giochi.
«Nel terzo Piano Casa vengono consentiti ampliamenti con realizzazione di edifici nuovi in piena area agricola, a distanza praticamente illimitata dall’edificio principale. Si permette la trasformazione di ville e casali in strutture condominiali con numerosissimi alloggi che possono essere dislocati su più edifici inseriti nel verde agricolo», spiega Gios. «Si possono trasformare stalle ed annessi rustici in abitazioni e condomini. Gli alberghi dismessi o in “via di dismissione” possono essere trasformati in condomini con decine di mini appartamenti in pieno centro storico oppure a ridosso di aree verdi e spiagge. Gli edifici dei centri cittadini che non hanno spazio per ampliamenti laterali possono essere ampliati con sopraelevazioni del 40 per cento dell’altezza di ciascun edificio in violazione delle altezze massime previste nei piani regolatori vigenti. L’esatto contrario di quanto serve nelle località turistiche più avvedute. Il futuro del Veneto è nell’industria e nella manifattura di qualità, nella ricerca scientifica e nel turismo. Abbiamo bisogno di maggiori servizi, di strade e di infrastrutture qualificate: basta con la cementificazione sfrenata. Faremo ricorso alla Corte costituzionale per bloccare il piano casa», conclude il sindaco di Asiago.
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