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Grandi opere, avanti tutta Il sit-in degli ambientalisti

VENEZIA. Grandi opere pubbliche: avanti tutta, la Regione non si ferma anche se di soldi in cassa ce ne sono pochi e l’unico grande intervento che procede è il Mose, ma la cassa sta a Roma. E mentre...

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VENEZIA. Grandi opere pubbliche: avanti tutta, la Regione non si ferma anche se di soldi in cassa ce ne sono pochi e l’unico grande intervento che procede è il Mose, ma la cassa sta a Roma. E mentre i comitati ambientalisti «assediano pacificamente» palazzo Ferro Fini, verso le 18 arriva il via libera con 26 sì, 2 astenuti e 16 contrari. Poi tutti a casa. Il piano cave può attendere.

In aula ha parlato a lungo l’assessore Renato Chisso che ha ribadito l’importanza di rimettere in moto l’economia del Veneto, un modello per tre grandi operazioni: il Passante di Mestre, l’ospedale all’Angelo e il rigassificatore. Netta l’opposizione del Pd che ha ribadito l’inutilità di un piano già esaurito per mancanza di risorse: nulla di quanto previsto è stato realizzato. Durissimo Pierangelo Pettenò (Prc) schierato in difesa degli ambientalisti, ricevuti dal presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato e dai rappresentanti di tutti i partiti tranne la Lega.

L’elenco delle opere.

Gli interventi finanziati con il project financing, contestati dai comitati e sui quali è stata creata una commissione speciale d’inchiesta, sono: la «Via del Mare», cioè il collegamento A4 tra Autostrada Venezia Trieste e Jesolo e litorali; il nuovo sistema delle tangenziali lungo la A4 Verona, Vicenza e Padova; Grande Raccordo Anulare di Padova; Passante Alpe Adria e il prolungamento della A27 con il collegamento tra i caselli di Portogruaro e Latisana, Bibione e il Litorale). L’altro megaintervento è la nuova autostrada sul tracciato della Valsugana da Bassano a Trento e l’ammodernamento dell’area nord di Belluno.

In cima alle priorità e finanziati dalla Regione c’è la vera lista delle opere pubbliche: la strada regionale «Padana Inferiore» con 35,6 milioni e la superstrada Pedemontana Veneta con 173 milioni i cui lavori sono iniziati a Montecchio Precalcino: dopo lo scavo tutto si è fermato e l’autostrada è un’immensa piscina di fango. «Ci sono i soldi per realizzare l’opera?» ha detto ieri Pettenò. «Facciamo una rapida verifica oppure si fermi tutto». Completa l’elenco l’autostrada regionale a pedaggio «Nogara Mare» con 50 milioni, su cui pende un ricorso al Tar.

Contro questi progetti, ieri si è schierato il Veneto ambientalista che non si arrende, che protesta contro le «colate di cemento che rischiano di massacrare la campagna e le colline». E’ il Veneto dei comitati ambientalisti guidato da don Albino Bizzotto, leader dei Beati costruttori di Pace e pacifista internazionale con marce in Bosnia e in Palestina, e da don Giuseppe Mazzocco, parroco di Adria che protesta contro la centrale a carbone nel Polesine. Al loro fianco, una galassia di associazioni ambientaliste, in sintonia con i No Tav della Val di Susa ma ancorate a una prassi democratica: la protesta deve portare a dei risultati concreti e vanno coinvolte le istituzioni. Ecco allora che ieri la galassia-ambientalista è stata ricevuta da Clodovaldo Ruffato, presidente del consiglio regionale (Pdl) e dai gruppi regionali: tutti attorno al tavolo, tranne la Lega, dilaniata dalle beghe interne tra proZaia e proTosi. (al.sal.)

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