«È gay, ragazzo picchiato dal padre»
Il coordinamento “Lgbt” del Veneto Orientale fa denuncia alla Polizia postale. Mazzon e soci vanno ai Servizi sociali
Giovanni Cagnassi
SAN DONÀ. Il figlio denuncia su Facebook che il padre lo ha picchiato. Un giovane residente nel Veneto Orientale ha postato anche le sue foto con i segni di graffi ben evidenti sul collo ed ecchimosi al volto.
Ma la ferita che sanguina, e forse non si rimarginerà più, la porta dentro. Secondo il gruppo “Lgbt” del Veneto Orientale, sorto a San Donà per tutelare i diritti di gay, lesbiche, bisex e trans, «il giovane è stato picchiato dal padre perché gay».
Sul social network lo sfogo del ragazzo ha fatto velocemente il giro degli amici, veri e virtuali, poi è arrivata anche a Denis Mazzon e all’amica Laura del gruppo “Lgbt”, che ha ramificazioni in varie centri della zona e ha già organizzato eventi o incontri, è sceso in piazza a difendere diritti degli omosessuali sfidando l'opinione pubblica.
Il coordinamento si è messo subito in contatto con altri esponenti del Veneto per commentare l’episodio, che ha lasciato tutti senza parole appena comparso sul profilo del giovanissimo che avrebbe fatto “coming out”, come si dice in gergo, avrebbe svelato la propria omosessualità alla famiglia.
Quel racconto ha fatto il giro della rete e sono iniziate telefonate e commenti. «Sarà la buona volta che mio papà andrà in carcere», scrive il ragazzo. Di rimando piovono altri commenti. «Non si alzano le mani sui propri figli». E ancora: «Tuo padre non ha capito un c... della vita». Il gruppo di Lgbt ha cercato di contattare il ragazzo sempre attraverso il social network, poi lui ha chiuso i contatti. È giovane, ha paura, forse ha capito di aver sollevato un vespaio e non potrà tornare indietro, questa volta. Un padre è sempre un padre, anche se ti picchia perché ha scoperto come sei veramente e ha conosciuto la tua natura.
Il coordinamento ha comunque già segnalato le pagine di Facebook alla polizia postale. E domani il gruppo di Mazzon sarà ai Servizi sociali del Comune di residenza del giovane. Da mesi nel Veneto Orientale il problema dell’omofobia è in primo piano. Di recente, il “Benny Morè” di Passarella è stato nell’occhio del ciclone assieme al collegato “New White Club” perché organizza ogni mese feste gay lesbo. Il titolare, Marco Lo Faro, ha ricevuto degli avvertimenti culminati con il lancio di pietre e cenere contro il locale. «Siamo solidali con il ragazzo», ha detto Lo Faro, «gli siamo vicini. L’omofobia va combattuta e noi continueremo con queste feste a tema».
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