La riforma elettorale di Padrin già all'esame di quattro Comuni
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VENEZIA. Saranno Calalzo di Cadore (Belluno), Cassola (Vicenza), Grantorto e Piove di Sacco (Padova) i primi Comuni a discutere nei rispettivi consigli municipali la proposta di legge statale per l'abolizione del «Porcellum» (ovvero l'attuale legge elettorale) presentata dal consigliere pidiellino Leonardo Padrin. Nei giorni scorsi il consigliere padovano ha inviato una lettera a tutte le amministrazioni comunali del Veneto, chiedendo sostegno alle giunte e ai consigli comunali: «E' una rivoluzione che deve partire dal basso», afferma Padrin che l'altra sera a Limena ha illustrato l'iniziativa ad un'affollata assemblea bipartisan «molti dei nostri rappresentanti che oggi siedono in Parlamento sono difficilmente reperibili e poco disponibili perché rispondono alle segreterie del partito e non agli elettori». «Ci sono tante persone stanche di non contare nulla», conclude «e non è un caso che l'iniziativa parta dal Veneto, abbiamo sempre dimostrato di essere cittadini con tanta voglia di partecipare ed essere protagonisti. Di tutt'altro parere l'Udc, che pure, a sua volta ha rilanciato la proposta nazionale dal partito per la reintroduzione del voto di preferenza nell'elezione della Camera dei deputati. «Chiediamo che la Regione faccia propria la proposta e la rilanci, rafforzandola», spiega il capogruppo, Stefano Valdegamberi «che la Regione faccia propria la proposta e la rilanci». E il consigliere Stefano Peraro polemizza con Padrin, definendo il suo progetto «Un grande inganno»; «Nessuno», afferma «ha notato due passaggi: la proposta si basa sul rafforzamento del sistema bipolare e sull'istituzione di collegi uninominali, che ci azzeccano molto poco con la reintroduzione delle preferenze. Noi chiediamo un sistema con sbarramento, al 4 o 5%, e il ritorno della preferenza».
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