VENEZIA.Il letto elettorale è ancora caldo che già vedove e ammogliati della politica ci fanno sopra le capriole: il veronese presidente dei senatori leghisti Federico Bricolo al posto di Luca Zaia, l’ex presidente veneto Giancarlo Galan al posto del dimissionario Raffaele Fitto ministro degli Affari regionali. Scosse sismiche di assestamente si sono susseguite ieri dopo lo tsunami di lunedì, ed è difficile verificarne l’attendibilità. A dare la stura al «si dice» erano arrivate in serata le dimissioni di Fitto motivate dalla magra pugliese, (lui l’uomo che ha imposto il perdente Rocco Palese nella corsa alla Regione, contro il parere di Silvio che gli preferiva la Poli Bordone), e subito non sono bastate: più credibile era parsa agli osservatori la tesi di una poltrona sgomberata per l’ingombrante Galan. Galan che, tra l’altro, si sembra proprio tagliato o almeno non ha mai dato l’idea di disprezzarla, mentre si è capito che non ha nelle corde la sedia ancora calda del dicastero agricolo.
Dimissioni date ma non concesse quelle di Fitto; Gasparri (capo del senatori Pdl) le ha già respinte di fatto. E mentre Di Pietro si diverte («voglio proprio vedere»), il ballo delle ipotesi va avanti.
Diciamo che le «soluzioni» a mezza bocca sono vengono da casa leghista, se non proprio attendibili efficaci come ballon d’essai per tastarne la percorribilità. Nel valzer tutto tornerebbe, il bottino di guerra del Carroccio con il rispetto per la faccia perduta del Pdl, gli appetiti del cappotto nordista con le amare diete assaggiate dagli azzurri intorno alle urne.
In «transatlantico» ieri a Roma veniva accreditata persino la più incredibile delle possibilità, quella di un Mattioli con le valigie in mano, pronto a prendere il posto del capo della protezione civile Bortolaso in favore dell’ex governatore Galan.
E tuttavia, nolenti o dolenti, un rimpasto governativo è nelle cose, Berlusconi dovrà quadrare i conti tra le promesse fatte ai suoi uomini prima del voto e i risultati. A Galan era stato sventolato un posto da ministro, adeguato alle caratteristiche dell’uomo, difficile da accontentare e giustamente bizzoso per il rospo ingoiato. «A me piace la nebbia delle laguna, Roma mi dà la disperazione» aveva detto a botta calda, e ancora prima: «Capisco quel che vuole Berlusconi, ma mi deve convincere» precisando: «Convincere vuol dire persuadere uno a lasciare il posto dove ha lavorato bene».
Radio fante insiste: dopo Luca Zaia, un altro leghista deve prendere il suo posto alle Politiche agricole e tra i nomi che avrebbe in mente il leader della Lega Umberto Bossi, oltre a Bricolo, ci sarebbe quello di Sebastiano Fogliato, capogruppo della Lega Nord in Commissione agricoltura della Camera.
L’ipotesi di scambio Galan-Zaia sarebbe agevolata dalla disponibiltà di una nuova poltrona da ministro, quella appunto di Fitto agli Affari regionali. Il nome del piemontese Fogliato, in particolare, sarebbe portato avanti da Bossi a riconoscimento dei progressi registrati dalla Lega Nord in Piemonte e in considerazione della competenza nel settore del deputato che è, tra l’altro, imprenditore agricolo a Villanova d’Asti. Federico Bricolo «replicherebbe» invece Zaia sia come età piuttosto giovane, compirà 44 anni il 13 luglio, sia per la provenienza veneta, essendo nato a Verona. Sull’ipotesi di uno scambio tra Zaia e Galan, le stessi fonti bene informate rilevano come appaia improbabile, data la posizione di Galan a favore delle posizioni di Confagricoltura, molto mirate ai profitti commerciali e agli Ogm e completamente opposta a quella valorizzazione dell’identità produttiva del ministero che incontra la sintonia di Coldiretti.
DOPO LE ELEZIONIPer Galan pronto il ministero alle RegioniBricolo verso l'Agricoltura

Sconfitto in Puglia, dove Niki Vendola ha battuto il suo candidato Rocco Palese, Raffaele Fitto si è dimesso. Per Berlusconi rimpiazzarlo con l'ex governatore veneto sarebbe l'operazione più semplice. Il veronese Federico Bricolo verso l’Agricoltura al posto di Zaia