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Medico plurimultato dal velox di Cadoneghe taglia per protesta la tessera della Lega

La dottoressa Antonella Bordin: «Anni di raduni a Pontida, ma ho visto causare disperazione. Non posso stare nello stesso partito del sindaco Schiesaro»

Cristina Salvato
1 minuto di lettura

La dottoressa Bordin mentre straccia la tessera della Lega

 

Un gesto eclatante, potente e diventato virale: in piena protesta contro la gestione dei velox di Cadoneghe e l’assenza di una posizione della Lega, partito cui appartiene il sindaco Marco Schiesaro, la dottoressa Antonella Bordin ha stracciato la sua tessera da militante del Carroccio. Lo ha fatto riprendendosi in un video che si è diffuso rapidamente.

Un segnale forte e chiaro contro il silenzio della Lega, regionale e nazionale, che non hai mai preso una posizione sull’intera vicenda.

Eppure il caso dei velox e della marea di multe emesse, che ha messo in ginocchio centinaia di cittadini e portato a un’indagine della Procura, ha travalicato i confini veneti, diventando un caso seguito dai media di tutta Italia.

La dottoressa Antonella Bordin abita all’Arcella e lavora come medico di base a Trebaseleghe: ogni giorno percorre quindi la ex regionale del Santo per recarsi all’ambulatorio ed occuparsi dei suoi pazienti. E pure lei si è vista recapitare otto multe, per un totale di 650 euro, e la velocità più alta rilevata di 61 km orari.

Trovandolo ingiusto, così come gli altri multati, si batte per l’annullamento delle multe. «Mi viene da piangere a vedere quanta disperazione causa la sciagurata decisione presa dal Comune» aveva scritto nel suo profilo Facebook, aggiungendo «Quanti gazebo, volantinaggi, raduni a Pontida. Per me Lega era famiglia: mi sento abbandonata». Visto il protrarsi del silenzio, ha deciso di dare ufficialmente l’addio al partito. «Sono militante della Lega da circa dieci anni – dichiara la dottoressa Bordin nel video – perché condividevo gli ideali di quel partito. Dall’evento degli autovelox, di cui la maggior parte di responsabilità è del primo cittadino, ho cercato di interloquire con lo stesso e con i rappresentanti del territorio, fino ad arrivare al ministro Salvini. Ad ora non ho avuto alcuna risposta. Dopo questo evento, che ha devastato migliaia di cittadini a livello economico, psicologico e fisico, non possono condividere l’appartenenza allo stesso partito del sindaco di Cadoneghe, perché mi trovo diametralmente opposta al modo di agire. Visto l’assordante silenzio delle autorità, mi vedo costretta ad abbandonare la Lega con un gesto simbolico, ma altrettanto significativo, tagliando la mia tessera da militante». E così ha fatto: ha preso un paio di forbici recidendola a metà. ––

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