Cantieri, scuole, pioggia: rischio caos a Padova. «Orari sfasati per evitare ingorghi»
La proposta dell’Ascom per la fascia 7.30-8.30. Chiesto un piano regolatore dei tempi della città. Ragona: «Confrontiamoci, ma non si può cambiare la vita delle persone»
Claudio Malfitano
Il rientro degli studenti a scuola; poi i cantieri per lo spostamento dei sottoservizi propedeutici al tram; e metti anche una giornata di pioggia di quelle che arriveranno in autunno.
È la ricetta per l’ingorgo perfetto.
Quello che costringe gli automobilisti padovani a lunghe attese (e qualche imprecazione) prima di entrare al lavoro o accompagnare i figli a scuola.
Il presidente dell’Ascom Patrizio Bertin dunque – all’insegna del detto “prevenire è meglio che curare” – lancia una proposta: «Troviamoci tra istituzioni e stakeholder per creare un piano regolatore degli orari della mobilità cittadina – afferma – Dobbiamo superare l’effetto “tappo” tra le 7.30 e le 8.30 del mattino». La risposta dell’amministrazione però gela un po’ l’entusiasmo di Bertin: «Disposti a confrontarci, ma è una chimera pensare di cambiare gli orari della città».
PIANO REGOLATORE DEGLI ORARI
«Ci sarà la necessità di mettere attorno ad un tavolo tutte le componenti: le istituzioni, le rappresentanze delle imprese e dei lavoratori, il mondo della scuola e l’università, la logistica cittadina e il trasporto pubblico. Insomma quanti ogni giorno sono in strada o sono interessati ad ingressi in momenti leggermente differenziati», è l’appello di Patrizio Bertin a organizzare un incontro per mettere in cantiere il “piano regolatore degli orari”, ovviamente dopo aver studiato flussi di traffico e organizzazione del trasporto pubblico: «In determinate fasce orarie la mobilità cittadina diventa un girone infernale – ragiona il presidente dell’Ascom – La fascia che va dalle 7.30 alle 8.30, registra la sovrapposizione piena di coloro che vanno al lavoro e di chi accompagna i propri figli a scuola.
Non solo: nella stessa fascia oraria si muovono anche gli studenti delle scuole superiori e, nel giro di qualche settimana, avremo anche gli universitari. L’effetto “tappo”, a quel punto, è inevitabile con disagi che solo parzialmente vengono attuti nella fascia pomeridiana, più ampia perché si spalma dalle 16.30 alle 19 ma che, nel momento clou delle 18, richiede pur sempre robuste dosi di pazienza e nervi saldi».
LO SCONTRO IDEOLOGICO
In realtà lo scontro è più sottile. Bertin non lo nasconde: «Noi siamo per realizzare il “possibile” contro la tesi di chi auspicherebbe una città senza auto. Forse bella, ma senz’altro impossibile pena una decrescita, sicuramente non felice».
L’assessore alla mobilità Andrea Ragona è infatti esponente della corrente politica che dell’ambientalismo ha fatto una bandiera: «Incontro sempre volentieri Bertin ma ammetto preferirei partire da proposte concrete e reali – è la sua risposta – Mi sembra infatti più una chimera l’idea di cambiare gli orari delle scuole, degli uffici pubblici o della sanità, dell’università, dei negozi, con la conseguenza di stravolgere la vita delle persone che già faticano ogni giorno per conciliare vita privata e lavoro, rispetto all’idea di una città in cui si potenzia la mobilità sostenibile».
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