«Droga spice anche tra i nostri alunni». E il preside blocca la festa di fine anno
Il caso allo Scalcerle. L’allarme di Sozzo: «Informato che alcuni ragazzi usano e altri forse elargiscono stupefacenti». Sul posto i carabinieri
elvira scigliano
Droga allo Scalcerle, il preside allarmato vieta la festa di fine anno nel campo sportivo e scrive ai genitori denunciando il caso. Scatta la protesta dei ragazzi.
L’ultimo giorno di scuola in via Cave si è concluso con i carabinieri nel cortile della scuola, le magliette degli studenti nere in segno di protesta e il dirigente Giuseppe Sozzo, visibilmente preoccupato.
La situazione è precipitata negli ultimi giorni quando il preside ha inviato ai ragazzi, agli insegnanti e alle famiglie una nota in cui denuncia l’allarme “spice”, una droga fatta da un miscuglio di erbe essiccate che porta allucinazioni sensoriali.
«Sono venuto a conoscenza di fatti incresciosi secondo cui i nostri ragazzi assumono e taluni sempre dei nostri forse elargiscono sostanze stupefacenti», escludendo pertanto qualsiasi festa di fine anno. Troppo pericoloso, in questa situazione, il classico “rompete le righe”.
La cosa non è piaciuta agli studenti che hanno organizzato la protesta. Ma, al di là della questione festa, il preside ha sollevato un problema grave: quello della droga a scuola.

«Circa due settimane fa è intervenuta l’ambulanza per uno studente che stava male a causa di questa sostanza», riferisce il preside, «Nella mia scuola ci sono 1.600 ragazzi, mi ero ripromesso di iniziare un percorso di prevenzione e legalità al più presto, ma pochi giorni fa la situazione è cambiata: prima un docente e poi alcuni ragazzi di Prima sono venuti a parlarmi della spice.
Mi hanno riferito di giovanissimi alunni che ne fanno uso e che la portano anche a scuola distribuendola ai compagni: la prima volta gratuitamente, poi a pagamento. Non siamo più di fronte ad un episodio, ma ad una situazione più generale che richiede grande attenzione. Nell’ultima settimana di scuola non potevo intervenire con i tempi e i modi che richiede tale pericolo.
Sarà certo la prima cosa che farò l’anno prossimo, a cominciare dal convocare i genitori dei ragazzi coinvolti. Ma in coscienza non potevo per nessuna ragione autorizzare una festa di oltre 1. 600 persone che rischiava di sfuggire di mano ad ogni sicurezza. Alla proposta avevo già detto di no – continua – e voglio precisare che la festa l’ultimo giorno di scuola non è certo un obbligo».
«I ragazzi non si sono nemmeno posti il problema della sicurezza», aggiunge la professore Mila Tellatin, «io sono la referente della sicurezza della scuola eppure non mi avevano nemmeno contattato».
Così sabato sul posto c’erano i carabinieri, non è stato il preside a chiamarli, ha assicurato , precisando che si trattava di una visita nell’ambito dei normali controlli nelle scuole. «Se ragazzi di Prima vengono a parlare con il preside è un fatto più unico che raro», ha aggiunto il dirigente, «È stata un’importante richiesta di aiuto, una dimostrazione di coraggio che non lascerò cadere nel vuoto. È nostro dovere proteggere i ragazzi».
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