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Ultras molesti, carabinieri nel campo di basket: lo spareggio per la D (Conselve-Piovese) rovinato dal tifo

Conselve-Piovese ad alta tensione nel finale. Le società condannano gli ultras. Arriva la stangata del giudice sportivo

Nicola Cesaro
3 minuti di lettura

L’ingresso del palazzetto di via Traverso a Conselve. A destra tifosi e squadra vincitrice festeggiano dopo la vittoria che è valsa la promozione in Serie D

 

La festa per la D si chiude con i carabinieri in campo, con spintoni tra tifoseria avversaria e giocatori, con un durissimo bollettino del giudice sportivo che ha inflitto ben 20 giornate di squalifica.

E con una condanna fortissima di chi ama lo sport e mai vorrebbe vedere scene del genere, a partire dalle due società protagoniste, il Basket Conselve e la Pallacanestro Piovese, realtà notoriamente “sane”.

Una condanna che prende la forma di una lettera ufficiale da parte della società piovese, per prendere le distanze dagli ultras che poco hanno da condividere con la gloriosa storia di questa realtà cestistica.

La finale per la D

Ma andiamo con ordine. Il 29 maggio, nel palazzetto di via Traverso a Conselve, si è giocato lo spareggio di Promozione tra Conselve e Piovese. In palestra sono arrivate più di 500 persone, tra tifosi e appassionati di ogni età, cifra record per una partita “minors” di basket.

Al termine di una serie tiratissima – il confronto è arrivato alla terza gara decisiva – sono stati i biancoblù di coach Adriano Primon a staccare il biglietto per la Serie D, vincendo 78-65 in trasferta. La festa è stata letteralmente rovinata dalla tensione che si è creata principalmente tra gli spalti, alimentata in particolare – così spiegano unanimemente i diretti interessati – da un gruppo di tifosi di sponda piovese, la cosiddetta Curva Pallonara.

Il gruppo ultras

Tifosi, questi, dalla chiara ispirazione neofascista. Non serve nemmeno impegnarsi per etichettarli così: “Perdere o morire” era lo striscione esposto dal gruppo a Conselve, chiaro richiamo a “Vincere o morire”, il testo del telegramma che Benito Mussolini inviò nel 1938 agli azzurri di calcio che si giocavano la finale mondiale contro l’Ungheria.

Il carattere usato nelle magliette, il colore rigorosamente nero delle stesse, i saluti romani che qua e là si sono visti sugli spalti completano il quadro. Nulla di strano, quindi, che il loro tifo si sia identificato spesso e volentieri come azione da squadraccia più che supporto ai giocatori.

Il parapiglia

Già nella gara casalinga (giocata il 26 maggio a Piove) gli animi si erano accesi, e non a caso il Basket Conselve aveva chiesto per il match decisivo la presenza dei carabinieri. Per tutta la gara non sono mancati sfottò, offese e scorrettezze da parte della tifoseria ultras: un comportamento che nella sua escalation è sfociato con un acceso parapiglia a fine gara.

Non si è arrivati alle mani, ma poco ci è mancato: ultras, tifoseria avversaria e giocatori hanno rischiato lo scontro, sedato solo dal buonsenso dei dirigenti delle due società e soprattutto dall’intervento dei carabinieri. Festa rovinata, inevitabilmente. «Quando mai una finale di Promozione è terminata con i carabinieri in mezzo al campo e con l’impossibilità di effettuare la premiazione?», scriverà poi il presidente della società piovese, Paolo Coin, prendendosela con la Curva Pallonara in una lettera aperta.

Le squalifiche

La tensione alimentata dagli spalti ha avuto ripercussioni anche nel corso della gara: qualche atleta non ha gestito bene l’ansia di serata, ci ha messo del proprio e si è lasciato andare ad atteggiamenti poco sportivi. Lo conferma la stangata del giudice sportivo, che ha analizzato il referto arbitrale e ha punito duramente la società di casa.

Nelle scorse ore è stato diffuso l’elenco corposo delle squalifiche: 20 giornate in tutto. Un giocatore del Conselve, F.M., è stato squalificato per ben 12 gare – anche questo un record per il basket locale – per il comportamento offensivo nei confronti di arbitri, sfociato anche in un tentativo di aggressione. Altre 4 giornate sono toccate a F.U. (entrambi erano recidivi, da qui la sanzione raddoppiata e pesante), altre 2 ancora a D.F. E poi, il campo di gara di via Traverso è stato squalificato per 2 gare «per invasione del campo commessa da più persone, sporgendosi oltre le transenne e cercando di avvicinarsi agli arbitri».

Quindi la società di casa si è meritata anche un’ammenda di 75 euro, sia per l’eccessivo fracasso fatto durante il match, sia per le offese collettive rivolte ai direttori di gara.

La dura condanna

Unanime il senso di delusione per l’epilogo poco gratificante, condiviso pure il senso di condanna verso la tifoseria oltraggiosa. Carlo Sguotti, coach del Conselve, ha fatto sapere che la società di casa presenterà ricorso alla giustizia sportiva, non tanto per le squalifiche ai singoli giocatori quanto per quella inflitte al campo di gara e per l’ammenda alla società. «Rispettiamo sempre l’autorità sportiva, ma in questo caso come società abbiamo fatto il possibile per evitare che le tensioni degenerassero», puntualizza lo stesso.

Ancor più forte la presa di posizione della Pallacanestro Piovese: nei social è stata diffusa una nota ufficiale che prende le distanze dalla Curva Pallonara, dai modi e dai toni utilizzati dal gruppo, da questo tipo di tifo. Una lettera di condanna – a cui è seguito anche un confronto vis a vis con i giocatori – che è suonata come un vero e proprio inno alla sportività, e che si spera insegni qualcosa a chi, purtroppo, ha rovinato una vera occasione di festa. Una lezione, si spera, per la prossima palla a due.

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