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Tutti pazzi per la bici, in lista d’attesa come per le auto: a Padova sette mesi per il top di gamma

Il fenomeno è iniziato due anni fa, nel 2021, quando dopo il Covid è esploso l’acquisto. Allora valeva per tutti i modelli e tute le tasche

Elvora Scigliano
Aggiornato alle 1 minuto di lettura

Le biciclette hanno la lista d’attesa, proprio come le automobili nuove. Il fenomeno è iniziato due anni fa, nel 2021, quando dopo il Covid è esploso l’acquisto. Allora valeva per tutti i modelli e tute le tasche. Adesso, invece, si attende solo per le bici di alta gamma, quelle che costano di più e si può aspettare anche sette mesi.

«Dopo il grande boom post Covid, le vendite stanno andando ancora bene» riferisce Giorgio Morbiato, referente Ascom per la categoria a Padova, «Parliamo di un trend di vendite del 10-15% in più. Per una bici mediamente si attende, se non la si trova pronta, un paio di settimane, ma per alcuni modelli, mi riferisco al top di gamma, l’attesa può arrivare a sette mesi. Sono biciclette che possono costare anche 12-13 mila euro.

Ormai i negozi sono specializzati, non abbiamo più la bici economica o quella per bambini, che si trovano nei centri commerciali, ma offriamo prodotti raffinati. Questi ultimi hanno subito un rincaro del 30% nell’ultimo anno e mezzo, soprattutto a causa della speculazione dei grossi importatori. Non parlo del mercato italiano, le nostre fabbriche sono specializzate soprattutto per le bici agonistiche, quelle appunto costose».

Un altro grande cambiamento è stato determinato dall’elettrico, come spiega Carlo Fante di Tecnobici, un’azienda artigiana di Este che trasforma le bici tradizionali in elettriche e si occupa anche di adattare le bici per disabili: «Il mercato è molto cambiato» riferisce, «Oggi il 20% riguarda le bici tradizionali e l’80% quelle elettriche.

E poi c’è il capitolo monopattini, un segmento importante del mercato più legato all’e-commerce che alla vendita in negozio, che si affianca al mercato delle bici, conquistandone una nicchia». L’azienda di Fante di nicchia ne cura anche un’altra, che ha un aspetto etico: adatta bici tradizionali alle esigenze dei disabili: «Tutto è cominciato quando alcuni clienti ci hanno portato bici cargo, con la carrozzina davanti o tandem, chiedendoci di adattarle ai portatori di handicap» racconta.

«È più complicato, ma si fa. Da allora non ci siamo più fermati, siamo pochissimi in tutta Italia e lavoriamo anche con l’estero (Svizzera e Francia per esempio) perché per comprare una bici nuova trasformata ci vogliono almeno 5-8 mila euro, mentre trasformarla costa circa 3 mila euro. Oggi per noi rappresenta l’8% del nostro mercato».

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