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Il carrello della spesa è sempre più caro a Padova. Rispetto al 2021 costa 130 euro in più al mese

Sono lievitati i prezzi di latte, formaggi, uova, ma anche pane e frutta. L’Adico: «Una famiglia su tre fa fatica ad arrivare a fine mese»

Elvira Scigliano
2 minuti di lettura

Sempre più costoso fare la spesa, anche nel Padovano

 (ansa)

Fra gli scaffali di supermercati, discount e negozi di vicinato si consuma la grande sfida delle famiglie padovane, alle prese con un’inflazione a doppia cifra sul carrello della spesa. Dal pane alla carne, dal pesce al latte, dalla frutta fino all’acqua: tutto è rincarato a cominciare dal 2022 con ritmi serrati capaci di mettere a dura prova i bilanci di molti cittadini che non hanno visto crescere di un euro il proprio stipendio.

Lo studio

A dirlo i numeri dei monitoraggi dell’associazione di categoria Adico. Se nel 2021 a Padova la spesa media alimentare di una famiglia tipo era di poco inferiore ai 500 euro mensili (497,26 euro, elaborazioni Adico su dati Istat), nel 2022, a parità di carrello, è arrivata a sfiorare i 555 euro (57 euro in più) e nel 2023 ha raggiunto quota 627 euro: ovvero circa 130 euro in più rispetto al 2021 e 73 rispetto al 2022.

Un vero salasso che mina fino dalla base il potere d’acquisto dei consumatori padovani. Dati confermati anche dall’ufficio studi del Comune di Padova. Alcuni esempi eclatanti: ad aprile in città latte, formaggi e uova costavano il 17, 7% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Il prezzo di oli e grassi è lievitato del 17,9%, la pasta del 14, 7%, la carne dell’8%, il pesce del 10%.

Perfino frutta e verdura, che avevano conosciuto un rallentamento dei costi ad inizio anno, sono tornati a subire rincari importanti che potrebbero diventare sostanziosi nei prossimi mesi, a causa soprattutto dell’alluvione in Emilia Romagna (ma anche del maltempo in Sicilia) da cui provengono molti prodotti della terra.

I consumatori

«Di fronte a questi numeri – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – non sorprende che anche a Padova, dove in molti mesi del 2022 e in quasi tutti quelli del 2021, secondo un sondaggio Adico realizzato fra gli iscritti, la metà delle famiglie abbia cambiato nell’ultimo anno e mezzo abitudini di spesa. Quasi un nucleo su tre ha ridotto gli acquisti fra il 10 e il 25%. Cresce la percentuale di chi preferisce il discount, nella speranza di risparmiare, rispetto a supermercati e negozi di vicinato. Registriamo anche un boom nell’utilizzo dei buoni pasto per fare la spesa. D’altra parte per la maggior parte dell’anno Padova ha registrato i rincari più alti dell’intero Veneto».

Una famiglia su tre

In tale contesto emerge che un terzo delle famiglie padovane rischia di non arrivare a fine mese se non ci sarà un’inversione di tendenza dei prezzi. Tanto più che sono previsti nuovi aumenti, dopo i notevoli ribassi di inizio anno, delle bollette di luce e gas.

«Teniamo conto che, sempre partendo dai dati Istat, il 10,12% delle famiglie venete ha difficoltà a far quadrare i conti – conclude Garofolini – un dato che si riferisce però al 2021, prima che arrivasse questa bolla inflazionistica. Nel 2022 e nel 2023 questa percentuale è di sicuro aumentata. In ogni caso un terzo di contribuenti padovani dichiara entrate inferiori ai 15 mila euro lordi, è presumibile che sia dunque questa la quota di cittadini a rischio default. Da sottolineare che, sempre attraverso una nostra indagine, abbiamo messo in luce che il 30% delle famiglie padovane potrebbe essere messo in ginocchio da una spesa imprevista, ovviamente quando la spesa è rilevante come, per esempio, l’apparecchio odontoiatrico per i figli. Fatte tutte queste considerazioni servono interventi sul reddito ma anche, inutile dirlo, aiuti che qualcuno potrebbe chiamare assistenzialismo ma che noi definiamo invece solo come assistenza necessaria».

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