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Maxi parco fotovoltaico, “no” della Regione. Stop a 30 ettari di pannelli solari a Bagnoli di Sopra

L’intervento in località Moraro era proposto da Chiron Energy nell’area ex Cosecon-Attiva. Decisivo il parere negativo dell’Autorità di bacino

Nicola Stievano
2 minuti di lettura

Il parco fotvoltaico di San Bellino, in provincia di Rovigo

 

Bocciato il mega impianto fotovoltaico su 30 ettari di terreno in località “Moraro” a Bagnoli di Sopra. Al termine di un’istruttoria durata poco più di un anno, la giunta regionale del Veneto, sulla scorta del parere negativo del Comitato tecnico regionale Via (Valutazione Impatto Ambientale) ha detto “no” al parco fotovoltaico da 26,66 MW proposto dalla società milanese Chiron Energy, che due anni fa aveva acquistato 40 ettari di terreno dal fallimento Cosecon-Attiva.

Una decisione particolarmente importante e attesa perché riguarda il più grande impianto fotovoltaico a terra progettato nella nostra provincia, secondo solo alle estensioni di pannelli installate in Polesine; iniziativa che ha suscitato preoccupazioni, polemiche e prese di posizione sull’opportunità di realizzare simili opere. Oltre all’installazione dei pannelli, divisi in quattro impianti, il progetto prevede anche la costruzione di un elettrodotto interrato di 2 chilometri e 780 metri.

Salvo un eventuale ricorso da parte dell’azienda, che oltretutto ha progettato altri parchi fotovoltaici in diverse località del Veneto, l’impianto non si farà perché non risulta coerente con le norme del piano di gestione del rischio alluvioni. A pesare sulla decisione finale del comitato tecnico regionale è stato infatti il parere non favorevole dell’Autorità di bacino Alpi Orientali riguardo appunto alla classificazione del terreno in località “Moraro” come «area a pericolosità moderata, caratterizzata da situazioni di dissesto e/o rischio idrogeologico», come riportato nel Piano di gestione del rischio da alluvioni approvato lo scorso primo dicembre.

E giusto in questi giorni il pensiero corre subito a quanto successo nella vicina Romagna dove centinaia di migliaia di ettari di terreni sono stati completamente allagati per più settimane, con danni incalcolabili per il territorio. Del resto diverse parti del territorio a sud di Conselve, fra Tribano, Bagnoli, Arre, Candiana e Agna sono state interessate da allagamenti più o meno estesi anche nella storia recente, visto che molti terreni si trovano al di sotto del piano campagna.

Durante l’istruttoria la documentazione integrativa presentata dall’azienda proponente, insieme all’impegno che tutta l’area sarebbe stata alzata di mezzo metro per raggiungere la quota del piano campagna, non ha convinto l’Autorità di bacino che ha ribadito il proprio parere negativo, determinante per il “no” definitivo del comitato tecnico regionale, perché «non risulta coerente alle norme tecniche di attuazione del Piano di gestione del rischio alluvioni». Gli altri aspetti ambientali di rilievo presi in esame hanno riguardato il fatto che l’area dell’intervento ricade parzialmente nella fascia di rispetto dello scolo Sardellon Sorgaglia, soggetto a tutela paesaggistica.

Dall’istruttoria emerge anche un altro dettaglio che riapre il dibattito sulla destinazione del terreno individuato per il mega parco fotovoltaico. Al Comune di Bagnoli, che si era opposto con decisione all’impianto perché insisteva in un’area da tempo destinata all’ampliamento della zona industriale, il comitato Via ha chiarito che «dal 25 giugno 2022 sono decadute le previsioni urbanistiche del piano particolareggiato e quindi oggi la stessa area risulta non pianificata». Resta il fatto che i quaranta ettari di terreno del “Moraro”, sui quali Cosecon-Attiva aveva progettato la nuova zona industriale, ora sono di proprietà della Chiron, alla quale spetta la prossima mossa.

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