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Eremo del Monte Ricco a Mandato. I dubbi: «L’eremo fu una donazione. L’acquisto è legittimo?»

Francesco Miazzi chiede accertamenti sul passaggio di proprietà del compendio al socio privato di Sesa. Nessun documento scritto che comprovi la volontà di mantenere pubblica la struttura. Il brutto precedente di Mandato con Villa Zillo

Giada Zandonà
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

L'eremo del Monte Ricco, Francesco Miazzi e Angelo Mandato

 

L’eremo del Monte Ricco diventerà di proprietà di Angelo Mandato, socio privato di Sesa, la società partecipata dal Comune di Este che si occupa di gestione e smaltimento dei rifiuti nella Bassa padovana. Mandato, ha dichiarato, trasformerà il complesso in un polo di educazione naturalistica a servizio della società di gestione dei rifiuti.

Oltre a chi tira un sospiro di sollievo per aver evitato la chiusura al pubblico del sito di proprietà dei frati, c’è anche chi avanza dei dubbi sulla legittimità dell’operazione.

Nessuna assicurazione scritta sul bene pubblico

Scongiurato dallo stesso acquirente, ma solo verbalmente, il timore della possibile chiusura dell’accesso all’eremo da parte dei visitatori, i commenti dei cittadini si rivolgono ora alla speranza che la scalinata dell’Ercole e il verde di pertinenza vengano sistemati, ma c’è anche chi solleva delle questioni legate al lascito di Vittorio Cini.

Il conte veneziano che fu proprietario del compendio, infatti, nell’atto di donazione aveva imposto che i frati non cedessero il bene, oltre a chiedere anche l’impegno della preghiera per la famiglia Cini e per i suoi protettori.

Proprio sui limiti nella donazione, l’ambientalista e consigliere comunale di minoranza Francesco Miazzi che vuole fare luce: «Bisogna comprendere come una donazione possa essere venduta a un privato e andrà verificato il rispetto dei diritti di prelazione.

Al di là delle prime dichiarazioni, non vi è certezza sulle finalità e sulle modalità di gestione dei beni. Nel corso della trattativa sarebbe opportuno che fosse messo nero su bianco che l’eremo non venga trasformato in futuro nella residenza privata di Angelo Mandato».

Il brutto precedente di Villa Zillo e Mandato

Va detto che Mandato aveva già acquisito un altro bene di notevole importanza storica, Villa Manin Zillo a Este: anche questa doveva avere una destinazione pubblica, stando agli annunci, ma poi i fatti non hanno confermato le promesse.

Il presidente del Parco Colli, Antonio Scarabello, si dice invece soddisfatto della destinazione futura: «Per il Parco, il Monte Ricco è una porta di accesso importante al territorio euganeo: ci auguriamo che possano così essere risolti anche i problemi legati alla presenza della processionaria, al degrado del bosco e alle problematiche legate all’alta velocità di discesa dei ciclisti dalla strada asfaltata. Ci auguriamo inoltre di poter lavorare in sinergia con il nuovo proprietario per realizzare progettualità utili per i cittadini e l’ente», conclude Scarabello.

Carturan: «Fare luce sulla vicenda»

Anche per Giuliano Carturan, promotore di iniziative per l’acquisizione del bene da parte del Comune o dell’Università di Padova, si tratta di un’operazione su cui si deve far luce: «Pur condividendo un possibile e fattivo rapporto con il settore dell’educazione ambientale di Sesa, è necessario comprendere con certezza il ruolo che il privato avrà in futuro nell’operazione, al fine di garantire in futuro un corretto rapporto tra la proprietà e la collettività in relazione alla fruizione dei luoghi».

Carturan, come Miazzi, ritiene indispensabile che sia convocato a breve un incontro tra proprietà, il Comune, il Parco e le associazioni del territorio per un serio confronto sul futuro dell’area, che può essere sì privata, ma che rimane comunque un bene di tutti.

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