Lutto all’Accademia Galileiana e al Bo, è morto il presidente Antonio Daniele
Professore universitario, autore di molti volumi, saggi e poesie, era uno tra i più noti italianisti. Aveva 76 anni. «Persona estremamente umile malgrado la sua grandissima levatura culturale»
Elvira Scigliano
L’eleganza era la sua cifra stilistica, la passione per la letteratura la casa dove abitare nel mondo. La morte del professor Antonio Daniele è una perdita collettiva, che piangono la moglie Mariarosa, i figli Elena e Lorenzo e l’intera città intellettuale.
Il funerale sarà celebrato mercoledì alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di San Salvatore di Camin.
Daniele era il presidente dell’Accademia Galileiana ed era membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza. Nato a Padova il 13 settembre 1946, aveva 76 anni e aveva investito tutta la sua vita nel sapere.
Era stato professore universitario a partire dal 1971, prima a Vienna, poi nell’Ateneo patavino e a Cosenza e aveva finito il suo impegno accademico nel 2016 all’università di Udine come ordinario di Storia della lingua italiana e Filologia italiana.
Padova vantava un italianista – soprattutto della lingua e della letteratura del Cinquecento e del Seicento – che ha prodotto volumi e saggi specialmente su Torquato Tasso (Capitoli tassiani e Nuovi capitoli tassiani, Antenore, Padova 1983 e 1998), ma anche sui nostri massimi scrittori plurilingui: Folengo e Ruzzante.
Aveva scavato con passione nel plurilinguismo rinascimentale e si era occupato anche di filologia e metrica. Nel corso della sua ricca carriera professionale aveva scritto monografie (ad esempio su Carlo de’ Dottori) e dedicato una parte consistente dei suoi studi alla lirica del Petrarca volgare e del Trecento in generale.
Negli ultimi anni si era avvicinato alla poesia, raccogliendo poemetti in dialetto veneto, liriche italiane e da qualche anno si era avvicinato con curiosità e sagacia alla storia aneddotica della Grande Guerra.
Ma l’ultima accesa passione erano diventate la poesia e la prosa contemporanea, specialmente veneta (Dal centro al cerchio. L’esperienza narrativa di Luigi Meneghello, Cleup, Padova 2016 e Nostro Novecento, ancora Cleup, 2018).
Malgrado fosse malato da tempo, non aveva mai smesso di dedicarsi alle sue passioni con grande entusiasmo. Tanto che era stato rieletto presidente dell’Accademia Galileiana nel 2021.
«Anche se malato», racconta Luca Chiereghin, segretario dell’Accademia, «era attivo e presente quotidianamente e aveva condotto l’adunanza di venerdì 19 maggio con il consueto vigore. L’adunanza è l’atto più rituale dell’Accademia, che si svolge una volta al mese da 420 anni. Nel corso dell’adunanza i soci i membri presentano i loro lavori al pubblico. Conoscevo il presidente da 18 anni e l’ho sempre stimato perché era una persona estremamente umile malgrado la sua levatura culturale, un uomo che ha esercitato per tutta la vita una vera passione per la letteratura che era la sua vera patria».
I commenti dei lettori