Nel Padovano oltre 1.500 alloggi turistici. «Meno tasse per affittarli agli studenti»
La proposta dei piccoli proprietari Uppi: «Con gli Airbnb si guadagna di più, dobbiamo rendere conveniente la locazione»
Elvira Scigliano
Secondo l’Uppi (l’unione dei piccoli proprietari immobiliari) le case che nel 2021 sono destinata a locazione turistica nel Padovano sono 1.500 ed è un numero al ribasso, che sarà aumentato nell’ultimo anno. Il fenomeno è parte della più complessa emergenza abitativa che sta mettendo in grande difficoltà famiglie e studenti.
Se ci sono meno case però non è solo “colpa” dei proprietari che hanno deciso di affittare ai turisti. Secondo l’Uppi va ricordata la contemporanea impennata dei canoni di locazione dovuta alla logica di mercato domanda-offerta.
La proposta dei proprietari
Il dibattito sulla penuria di abitazioni disponibili coinvolge direttamente l’Uppi: «La nostra proposta – spiega il segretario Pierroberto Barbiero – si rivolge, per cominciare, ai ragazzi le cui famiglie hanno redditi lordi fino a 28 mila euro e che sono distanti da casa almeno 250 chilometri. Contiamo 5 mila studenti che sono in questa situazione a Padova. Servirebbe al più presto – e ce ne facciamo promotori – un tavolo di concertazione per una fiscalità agevolata, per consentire ai piccoli proprietari di passare da un canone libero, che rende di più al momento, ad un canone concordato grazie ad una leva fiscale interessante».
Il tentativo è quello di invertire la rotta, senza “criminalizzare” il proprietario che vuole guadagnare di più dal suo immobile: «Affittare ai turisti è legittimo – aggiunge Barbiero – anche con l’intenzione di guadagnare di più, ma questo crea delle tensioni nel mercato immobiliare perché restano fuori famiglie e universitari. È evidente che affittando la casa ai turisti si guadagna di più e torna nelle disponibilità del proprietario molto più velocemente, ma non si può dimenticare chi vive la città tutti i giorni».
Nuovi contratti
La riduzione del numero degli immobili presenti sul mercato delle locazioni ad uso abitativo e il contemporaneo aumento della domanda studentesca, ha innescato una corsa al rialzo dei prezzi che si è concretizzata sia nell’incremento dell’utilizzo di locazioni “4+4 a canone libero” sia nell’applicazione, più o meno consapevole, di formule contrattuali non previste dal nostro ordinamento giuridico, anche a causa del sistema informativo dell’agenzia delle entrate che registra senza alcun filtro, secondo il principio per cui chi registra è fiscalmente in regola.
I fondi del Pnrr
Infine ci sono i fondi del Pnrr che sollevano una questione secondo l’associazione: «Le risorse destinate alla creazione di posti letto per studenti universitari entro il 2026 sono una risposta interessante sulla carta, che però non risolve nell’immediato la drammatica situazione di chi vede condizionato il suo percorso di studi da questioni meramente economica – spiega ancora Barbiero – Solo il contemporaneo ragionato perseguimento di questi obiettivi potrà contribuire a risolvere un problema sociale che condiziona pesantemente i diritti fondamentali quali proprietà, abitare e studio, previsti in primis dalla nostra carta costituzionale».
Gli immobiliaristi Ascom
Che la casa sia in cima ai pensieri dell’attualità padovana lo dimostra anche l’edizione 2023 del “Be Fimaa”, che si è tenuta sabato al Crown Plaza, una sorta di check up sul presente e sul futuro di professionisti chiamati a confrontarsi con temi come la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e, detto più semplicemente, col futuro della professione. «Respingiamo qualunque accusa di razzismo riversata sulle agenzie – sottolinea la presidente deli immobiliaristi Silvia Dell’Uomo – ribadendo la professionalità e, anzi, l’impegno della categoria per una Padova accogliente anche nei confronti delle migliaia di studenti che la vivono. Serve con urgenza una regolamentazione per gli affitti brevi che rischiano di trasformare le città, soprattutto quelle ad alto tasso di turismo, in tante Disneyland senz’anima».
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