Croce Verde Padova, bocciato il bilancio: passivo di oltre un milione di euro
Contestate fatture per l’adeguamento prezzi rifiutate dalle aziende sanitarie. «Soldi che ci sono dovuti»
Simonetta Zanetti
Bocciato il bilancio – consuntivo – 2022 della Croce Verde. Sabato, nel corso dell’assemblea presieduta dall’avvocato Carlo Bermone, a sua volta ex presidente dell’ente padovano, il documento contabile è stato respinto con 58 voti, rispetto ai 5 favorevoli all’approvazione e a una quindicina scarsa di astenuti.
Il nodo bilancio
In particolare, nel corso dell’incontro, il revisore dei conti ha rilevato la presenza a bilancio di una serie di fatture non esigibili con certezza per oltre un milione di euro, al netto delle quali i conti della Croce Verde sarebbero risultati in passivo.
Nel mirino, infatti, fatture per 1.084.000 euro relative al 2022 presentate dalla Croce Verde per l’adeguamento dei prezzi del servizio di trasporto in convenzione con le strutture sanitarie, che tuttavia Azienda Ospedale Università e Usl 6 non hanno riconosciuto come esigibili.
Una cifra importante in grado di far pendere l’ago della bilancia: ascriverli sul documento contabile comporta un bilancio in salute; al contrario, senza questi, la Croce Verde dovrebbe misurarsi con un problema di conti in rosso.
Non solo, a questo milione abbondante per il 2022, stando ai calcoli della Croce Verde, andrebbero aggiunti altri 2,6 milioni, forse più, relativi alla fornitura dei servizi di trasporto dal 2016 fino al 2022 per un totale di quasi 4 milioni. La gara per il trasporto sanitario è scaduta nel 2015 – cui è seguito un ulteriore anno di estensione –, ma da allora il servizio ha vissuto sulle proroghe.
Di fronte a questo quadro economico, il revisore ha sollecitato una riflessione da parte dell’assemblea, per un’approvazione previa modifica o indicando comunque i fondi in questione come a rischio, pena il pericolo, tutt’altro che trascurabile, di incorrere in una falsa comunicazione.
La replica del presidente
Dal canto suo Andrea Franco, presidente uscente, spiega: «Queste fatture sono relative a crediti che noi vantiamo a fronte all’adeguamento dei prezzi di una gara bandita nel 2010 e conclusasi nel 2016. Da allora noi abbiamo adeguato per due volte i costi del personale, per non parlare del prezzo del carburante.
Nel frattempo, ogni anno, abbiamo chiesto alle due aziende un adeguamento delle risorse che ci è stato detto sarebbe avvenuto con l’istituzione del partenariato. A quel punto abbiamo aperto una diffida legale e ci è stato dato l’ok per l’adeguamento Istat al 2016 ma non è sufficiente e noi dobbiamo ristorare questo disavanzo. Con l’Azienda Ospedale Università siamo in fase interlocutoria: abbiamo fornito i dati per ripianare e arrivare all’adeguamento».
Franco si dice quindi fiducioso: «Siamo prudenzialmente convinti di riuscire a ristorare le quote dal 2018, ma siamo partiti a chiedere quelle del 2022 che è l’ultimo bilancio. Questo milione potrebbe essere coperto in parte con fondi di riserva per circa 300 mila euro. Complessivamente, tuttavia, riteniamo di aver diritto a circa 4 milioni, che è quanto abbiamo chiesto, e i nostri legali ci hanno detto che abbiamo buone possibilità di farci risarcire una quota, anche se non tutto, anche senza necessità di andare in causa. Se non viene avviato il partenariato e i costi continuano ad essere così elevati, noi rischiamo il default: per ogni servizio noi perdiamo 18 euro e con 220-240 interventi al giorno, il conto è presto fatto».
Urne aperte
Intanto la Croce Verde – in seduta congiunta l’assemblea dei soci e quella del corpo volontario – rinnova i propri ordini collegiali.
Sei le liste in corsa per il consiglio direttivo e quattro per la commissione esecutiva.
Sul tavolo, l’elezione di quattro componenti del consiglio direttivo e di sette componenti la commissione esecutiva. Sullo sfondo, la sfida tra diverse “correnti” che arriveranno alla fine ad esprimere il presidente dell’ente. A questo punto, anche a fronte di quanto accaduto in sede di votazione del bilancio, la conferma del presidente uscente, Andrea Franco, potrebbe essere a rischio.
Alle 21 chiusura delle urne e, a tarda sera, i nomi degli eletti. Dalla rosa dei votati in consiglio direttivo uscirà quindi il nome del presidente.
«A quel punto il nuovo consiglio direttivo sarà chiamato a rifare i conti che dovrà quindi presentare rivisti alla luce di quanto detto in assemblea» spiega l’avvocato Bermone in qualità di presidente dell’assemblea «dopodiché il bilancio dovrà essere nuovamente sottoposto al voto».
I tempi, tuttavia, appaiono piuttosto stretti: il bilancio dell’ente va presentato alla Regione entro la fine del mese di giugno. Verosimile, a questo punto, che venga chiesta una proroga per la presentazione del consuntivo, altrimenti il rischio è che scatti il commissariamento.
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