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Dipendenti filmate mentre sono in bagno: indagato il titolare della ditta Seriplanet di Veggiano

L’accusa è di violenza sessuale e atti persecutori. Le microcamere nascoste in uno stanzino e nei servizi usati dalle lavoratrici

Alice Ferretti
2 minuti di lettura

Avrebbe filmato le sue dipendenti mentre andavano in bagno ad espletare i propri bisogni fisiologici e mentre, in uno sgabuzzino dell’azienda, si toglievano i vestiti e la biancheria intima per indossare i capi della linea da lui ideata.

È finito così nei guai Fadi Ibrahim, 45 anni, titolare della ditta Seriplanet di via Enrico Fermi, a Veggiano, che si occupa di stampa digitale e serigrafia nel settore moda e pelletteria, anche per brand conosciuti a livello internazionale.

L’imprenditore dovrà rispondere dei reati di violenza sessuale e atti persecutori. Il pubblico ministero Maria D’Arpa, titolare dell’inchiesta, ha notificato in questi giorni la chiusura delle indagini preliminari.

«Offese e umiliazioni»

Fadi Ibrahim, di origini siriane ma cresciuto in Italia, conosciuto da tutti come “Abramo” è stato accusato da quindici ex dipendenti della sua azienda. Tutte ragazze, tra i 24 e 35 anni, che dopo essere andate dai carabinieri si sono anche licenziate.

La prima denuncia sporta da una dipendente risale al mese di marzo del 2022. La giovane donna va dai carabinieri di Mestrino e racconta quello che avrebbe subìto dal suo titolare.

Parla di un clima che nel tempo sarebbe cambiato, dell’attenzione «morbosa» nei confronti delle dipendenti ma anche di «violenza verbale e pesanti offese», «lancio di oggetti, urla, umiliazioni».

Il titolare della Seriplanet avrebbe utilizzato nei confronti delle lavoratrici frasi pesanti come “siete il cancro dell’azienda”, o “dovrei aprirvi il cervello e ca. .. dentro”.

Alcune ragazze a causa di quella che nelle denunce hanno definito una «forte pressione psicologica» sono dovute ricorrere all’analisi di uno psicoterapeuta.

Le telecamere nascoste

Come se non bastasse Abramo si sarebbe spinto anche oltre. Avrebbe nascosto in appositi fori creati tra le piastrelle del bagno utilizzato dalle dipendenti delle microcamere.

Nei cellulari e in altri dispositivi nelle disponibilità del 45enne sono stati trovati i filmati delle dipendenti che si abbassano gli slip e si piegano sulle gambe per espletare i propri bisogni fisiologici. L’occhio elettronico è invisibile, nascosto in un foro creato tra le piastrelle, e riprende l’area dove si trova la toilette alla turca.

Non solo. Le telecamere sarebbero state nascoste anche in uno stanzino, dove Abramo avrebbe chiesto alle dipendenti di provare alcuni abiti della linea di abbigliamento da lui creata. Lo scopo scattare delle foto per il sito o le pagine social del brand. Abiti, che avrebbe sottolineato di volta in volta, andavano indossati senza la biancheria intima. Le scuse le più disparate: “voglio vedere se cade bene”, oppure “l’intimo nero si vede sotto i colori chiari” e via dicendo.

La maggior parte delle volte le dipendenti hanno acconsentito non pensando minimamente che nello stanzino dove venivano mandate a spogliarsi c’erano delle telecamere nascoste dal titolare dell’azienda. Anche questi filmati sono stati trovati dai carabinieri nei dispositivi di Abramo, sequestrati durante la perquisizione disposta a suo carico.

Le foto sotto la gonna

L’ultimo tassello di quella che sembra a tutti gli effetti l’escalation di una perversione arriva quando dalle telecamere nascoste si passa alle immagini in presa diretta.

Il 45enne, secondo l’accusa, in più occasioni dopo aver fatto provare alle dipendenti gonne della sua collezione, rigorosamente senza biancheria intima, con la scusa di sistemare l’orlo o guardare come cadeva la stampa, si sarebbe inginocchiato e mentre con una mano sistemava la gonna, con l’altra teneva il cellulare e fotografava o filmava le parti intime delle ragazze.

Nelle denunce più di una dipendente racconta come l’uomo, probabilmente per ottenere un’immagine più nitida, chiedeva anche di «aprire bene le gambe».

Anche di questo i carabinieri e la Procura hanno in mano le immagini e i frame dei filmati.

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