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Taxi senza Pos, bufera social su Padova. La coop: «Sarà sanzionato»

La foto di una giornalista inglese del Financial Times diventa virale su Twitter. L’assessore al commercio Bressa: «Grave danno d’immagine per la città»

Edoardo Fioretto
2 minuti di lettura

Il tweet della giornalista Amy Kazmin

 

È probabile che non sapesse che con quella foto pubblicata su Twitter avrebbe aperto il vaso di Pandora. Deve aver pensato – lo si deduce dall’innocente testo che accompagna l’immagine – che fosse bizzarro che in Italia ancora non ci siano i Pos in tutti i taxi, che il pagamento con la carta di credito ai padovani proprio non deve piacere.

Così la corrispondente del “Financial Times”, Amy Kazmin, in questi giorni in visita a Padova, ha scoperto un tassista furbetto che con un cartello appeso all’interno dell’abitacolo di fatto avvisa i passeggeri che accetta solo contanti. La giornalista ha scattato una foto e martedì mattina l’ha affidata al popolo di Twitter. E da quel singolo cinguettio si è sollevato uno stormo di polemiche.

Sì, perché i commenti che sono seguiti nei due giorni successivi alla pubblicazione – giovedì 25 maggio pomeriggio erano 326 – sono fioccate risposte sia di utenti scandalizzati e dispiaciuti per “l’incidente diplomatico”, sia di persone che si schieravano dalla parte del tassista.

Danno d’immagine

Per quanto non ci sia dubbio che simili episodi non possano essere limitati alla città del Santo – lo hanno testimoniato i tweet di utenti che raccontavano di scene simili a Roma e Pisa – il danno all’immagine per la città non lo toglie più nessuno.

Indignato l’assessore al commercio Antonio Bressa, che sulla questione si è espresso con la tutta la consapevolezza delle gravi conseguenze: «Non è ammissibile che si verifichino situazioni di questo tipo – ha dichiarato – Se vogliamo essere una città aperta al turismo e internazionale, non possiamo permettere che ci siamo persone che si appigliano a scappatoie legali per il proprio tornaconto».

L’obbligo del Pos per i tassisti è imposto dalla legge 36 del 2022, ma in caso di guasto l’autista può avvisare che il dispositivo non è operativo e quindi, per il tempo necessario a rimettersi in regola, accettare solo pagamenti in contanti. Un’eccezione che non si direbbe rispecchiata in questo caso, sicché il tassista padovano avrebbe fatto in tempo a stampare e plastificare l’insegna da appendere al sedile prima di farsi consegnare un dispositivo funzionante. Quindi Bressa conclude: «Il rischio, è chiaro. Quello di rovinare l’immagine della città agli occhi del mondo».

Individuato e sanzionato

La presenza dei Pos negli abitacoli dei taxi padovani è garantita dalla stessa cooperativa RadioTaxi che li riunisce per la maggior parte. Anche nel caso di guasti, la sostituzione è tempestiva. «Ci troviamo nella posizione di dover condannare questo modo di fare – ha affermato il presidente Massimo Pastore – Non rientra nei nostri canoni e anzi danneggia la reputazione del settore. Già da tempo ci siamo adeguati alle normative vigenti».

Il tassista responsabile è stato individuato la mattina di martedì, poche ore dopo che la foto era diventata virale. Il consiglio della cooperativa ha convocato in tutta fretta il reo che è stato innanzitutto redarguito, e nei prossimi giorni potrebbe essere sanzionato secondo il regolamento interno: «È una scheggia impazzita, un collega fuori dal mondo dei social che non ha nemmeno capito il peso dell’immagine circolata sul web», ha poi chiarito Pastore.

Sta di fatto che a parte la presenza del cartello, l’uomo non avrebbe commesso un illecito tale da giustificare pene ulteriori, ed è esclusa l’eventualità della rimozione della licenza. Il cartello pare inoltre fosse stato già rimosso da qualche giorno, facendo anzi sollevare dubbi sulla data in cui la foto potrebbe essere stata scattata.

Dibattito aperto

Nel frattempo sui social gli utenti si sono sbizzarriti. «L’automobile è una proprietà privata. In essa il proprietario detta le sue regole, in questo caso decide come vuole essere pagato», ha twittato perentorio un utente in risposta alla corrispondente del quotidiano britannico. «Benvenuta nello stile di vita medievale italiano», ha risposto polemicamente Stefano C.

Altri hanno preferito ironizzare: «Non ha detto di no ai soldi del Monopoly. Una prova la farei», scherza ScanduDel. E ancora un utente: «Dimmi che sei un evasore fiscale senza dirmi che sei un evasore fiscale», accusando senza troppi sottintesi la possibilità che il tassista non accettasse carte con lo scopo di evadere le tasse.

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