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Porta a riparare il cellulare e il negoziante le ruba un video hot

Esercente rischia il processo per appropriazione indebita. La donna aveva portato il telefonino per l’assistenza

CARLO BELLOTTO
1 minuto di lettura

In fiducia ha consegnato il suo smartphone ad un negozio di telefonia per “ripulirlo” e farlo funzionare più velocemente.

Non ha pensato minimamente di rimuovere quello di compromettente che poteva esserci all’interno. Ma ha sbagliato.

Visto che il negoziante quel telefono l’ha guardato molto bene alla ricerca di qualche video compromettente. E non solo per farlo tornare nuovo. I fatti sono del 2021.

La quarantenne ha problemi con il cellulare e lo porta in un negozio che fa assistenza dove si è rivolta altre volte. Lo lascia in assistenza dopo aver riferito i problemi che riscontrava. L’intesa era di ripassare quando tutto sarebbe stato pronto. Ha pagato per il servizio e se n’è andata con il suo smartphone.

Tutto sarebbe finito lì e invece non è stato così.

Visto che l’esercente cinquantenne qualche tempo dopo ha raccontato al fratello della donna di avere un video dove la quarantenne era in intimità con un uomo. Scene vietate ai minori, ovviamente private. Perchè sia andato a riferirlo ancora non è chiaro, visto che non aveva in mente un ricatto. O almeno non risulta.

Fatto sta che il fratello l’ha riferito alla sorella che ha subito capito a che video si faceva riferimento. Non ci ha pensato un attimo e ha sporto querela ai carabinieri che hanno trasmesso gli atti al sostituto procuratore Marco Brusegan.

Il magistrato ha ordinato una perquisizione al negoziante e il video è stato trovato, era scaricato sul suo computer. È scattata la denuncia per appropriazione indebita e ora la procura ha chiesto il rinvio a giudizio sul quale si esprimerà il giudice Elena Lazzarin.

Pare che le prove siano esaustive per provare l’interferenza del tecnico nella vita privata della sua cliente. La pesantezza del file video forse pregiudicava la memoria del telefono, ma scaricare il video nel suo computer non era giustificato in nessun modo, visto anche che il file è rimasto anche nella galleria dello smarthphone.

Ora si attendono le decisioni del giudice ma pare molto probabile che l’esperto informatico potrebbe essere chiamato a rispondere delle sue azioni a processo.

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