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Movida, il Comune dice di no ai fonometri. I residenti infuriati: «Il rumore è violenza»

L’assessore Ragona: «Misurazioni inutili, non si rileva la sorgente». La replica: «Non possiamo dormire solo quattro ore»

Luca Preziusi
2 minuti di lettura
Molta gente è dovuta rimanere in piedi all'incontro che è stato molto partecipato 

L’amministrazione comunale non comprerà i fonometri richiesti dai residenti del centro per misurare gli schiamazzi della movida, ma dovrà trovare un’altra soluzione per garantire qualcosa di più di quattro ore di sonno ogni notte a chi abita intorno alle piazze e al Portello.

Il problema della movida è più complesso di quanto sembri e adesso anche il sindaco Sergio Giordani dovrà metterci le mani, perché nelle strade dove ha fatto il pieno di voti adesso ce l’hanno tutti con lui.

E quel termine, movida, ora inizia a infastidire i residenti: «È sbagliato chiamarla così, perché tutti siamo stati giovani e tutti vogliamo divertirci, ma qui dobbiamo dare alle cose il loro nome: non far dormire le persone è un’azione di violenza».

Il chiarimento

L’incontro di martedì sera tra i rappresentanti della consulta Centro, gli abitanti delle piazze e l’assessore alla Mobilità Andrea Ragona è stato molto partecipato, acceso, inizialmente quasi a rischio, con provocazioni, toni e risposte al limite, ma una volta prese le misure lo scontro è diventato “incontro”.

Ragona ha risposto al primo punto dell’ordine del giorno, ovvero la richiesta della consulta di spendere meno di un terzo del bilancio partecipato a disposizione (10 mila euro su 35 mila) per acquistare due centraline fonometriche in grado di misurare i decibel del rumore notturno nelle piazze, per dimostrare quanto va oltre il consentito.

Stop alle centraline

Avvalendosi della consulenza della capo settore Ambiente, Laura Salvatore, e del dirigente Arpav Andrea Bertolo, Ragona ha spiegato, citando leggi regionali, che l’ente non può acquistarle e che comunque non servirebbero.

Non sono infatti in grado di riconoscere la sorgente da cui viene il rumore in caso di vocio e baccano provocato dalla presenza di folla. Non si potrebbe quindi multare nessuno.

Dall’altra parte però non ha trovato solo residenti infuriati, ma anche gente che ha studiato carte, leggi, norme e regolamenti, che ha ribattuto colpo su colpo, mettendo per quasi due ore sotto processo l’amministrazione.

«Noi lasciamo libertà alle consulte di scegliere come spendere i soldi a loro disposizione, ma sempre all’interno di regole», ha detto l’assessore. «Io devo fidarmi dei tecnici e loro dicono che non possiamo comprare i fonometri, che la competenza della misurazione del rumore non è nostra e che comunque non aiuterebbe a individuare eventuali responsabili».

Il problema resta

Ma questo non è bastato ai residenti (tra i più agguerriti anche ex amministratori vicini politicamente alla giunta, come Amedeo Levorato e Paola Lincetto), che interpretano diversamente le stesse norme, intravedendo diverse contraddizioni, e che hanno portato esempi di altri Comuni.

Ma quella delle multe è diventato un fattore di secondo piano. I residenti vogliono una prova del rumore che abbia valore legale per poi muoversi nelle sedi opportune. Sedi dove andare a raccontare che da vent’anni non riescono più a dormire per via dei bar aperti, della musica alta e degli schiamazzi oltre le 2 di notte.

Durante la riunione sono state molte le testimonianze, toccanti quelle di un paio di medici che hanno fatto notare come la mancanza di lucidità sul posto di lavoro ricada su tutta la società.

Ragona è passato dalla guardia all’ascolto, resosi conto che non si tratta solo di anziani seccatori con l’attico in centro. Nel frattempo c’è stato anche lo scontro tra generazioni, con gli studenti intervenuti per difendere la città universitaria.

Ma alla fine l’accordo si dovrà trovare sulla visione di città. Tra i residenti c’è chi probabilmente vuole il deserto sotto casa, pur abitando in piazza dei Signori o al Portello, ma anche chi alla vita notturna incontrollata preferirebbe eventi culturali meno invasivi, compatibili con il riposo.

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