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Inchiesta sulla morte di Soile Lautsi, la donna che si batteva per togliere i crocefissi dalle scuole

Ricoverata per dolori intestinali, si farà l’autopsia. L’inchiesta è stata aperta per omicidio colposo, per ora a carico di ignoti

Carlo Bellotto
1 minuto di lettura

Soile Lautsi

 

È entrata all’ospedale di Schiavonia il 10 maggio scorso ed è morta quattro giorni dopo. I familiari vogliono vederci chiaro e hanno presentato un esposto in procura. La vittima è Soile Tuulikki Lautsi, 65 anni, di origini finlandesi, famosa per sua richiesta di rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche italiane, una causa che arrivò fino alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo.

L’esposto è stato firmato dal marito della donna, il medico ematologo Massimo Albertin di Abano.

Il 10 maggio la moglie, casalinga, è stata portata all’ospedale di Schiavonia per vomito, forti dolori e occlusione intestinale. Dopo le prime cure sembrava che la situazione clinica volgesse al meglio, ma invece è arrivata – secondo il marito inaspettata – la sua morte.

Da qui la denuncia presentata dall’avvocato Oscar Ugo, finita sul tavolo del sostituto procuratore Sergio Dini che ha ordinato l’acquisizione della cartella clinica e oggi dovrebbe affidare l’incarico per l’autopsia per cercare di fare luce sulle cause della morte della finlandese e per accertare eventuali responsabilità penali.

L’inchiesta è stata aperta per omicidio colposo, per ora a carico di ignoti. «La famiglia riferisce di non voler ancora rilasciare dichiarazioni sull’accaduto» assicura l’avvocato difensore. Su internet sono numerosi i messaggi di cordoglio per la scomparsa della donna.

L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti la ricorda così: «Perdiamo una nostra socia, una persona lucida e brillante che con coraggio e coerenza si è impegnata per un mondo più laico e civile che purtroppo non ha fatto in tempo a vedere. L’Uaar si stringe attorno ai figli Dataico e Sami e al marito Massimo Albertin, che con lei e insieme a noi tante battaglie ha condiviso. Secondo le sue stesse volontà e per la riservatezza che ha sempre contraddistinto Soile non sarà organizzata alcuna cerimonia funebre».

Nel 2002 Albertin e Lautsi chiedono che il Consiglio d’Istituto della scuola media “Vittorino da Feltre” di Abano Terme, frequentata dai loro figli, non esponga il crocifisso sui muri delle aule scolastiche. Il Consiglio respinge a maggioranza la richiesta. Ma da qui parte una battaglia giudiziaria durata anni.

Un caso ancora oggi divisivo, che tocca diritti costituzionali come pluralismo religioso e laicità dello Stato. «Ci piacerebbe che la nostra azione venisse ricordata non come contro qualcosa o qualcuno, bensì a favore di tutti» aveva dichiarato qualche tempo fa al nostro giornale Albertin «La nostra azione non è stata contro il crocifisso o contro i cristiani, noi abbiamo agito a favore di tutti, per la libertà di ciascuno di poter frequentare luoghi obbligati come scuole, ospedali, tribunali senza dover “sottostare” a una visione del mondo parziale e non universale. La laicità è un bene prezioso».

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