Ostaggio dei cinghiali: a Baone una famiglia bersagliata dalla caduta dei massi
Roberto Cavallin e la moglie vivono alle pendici del monte Cero. I branchi spostano le reti, di notte la lotta per allontanarli
Giada Zandonà
La devastazione del giardino della famiglia Cavallin a Calaone
Una famiglia è ostaggio dei cinghiali: «Buttano giù le recinzioni e pascolano nel mio giardino, hanno distrutto le aiuole, fanno cadere massi pesantissimi sulla casa, ne ho contati ben 25 in cortile l’altra notte».
Questo è il racconto di Roberto Cavallin, che vive con la moglie in centro a Calaone, a ridosso delle pendici del monte Cero.
«Siamo sotto assedio dei cinghiali», spiega Roberto. «Da settimane continuano ad entrare nella mia proprietà, le ho provate tutte per allontanarli, ma sono animali troppo intelligenti. La sera io e mia moglie non possiamo più uscire nel cortile, non possiamo fare due passi senza essere circondati da cinghiali e cuccioli, è diventata una vita impossibile».
Gli ungulati riescono a spostare la recinzione termo saldata che il residente aveva installato per proteggersi: «Da settimane dormo sul divano. Ho installato dei lampioni molto grandi, che mi sono costati 6mila euro e che si accendono al loro passaggio.
Appena vedo la luce esco e cerco di allontanarli perché ho paura che facciano danni alla casa. Uno dei problemi più grossi infatti è quello dei massi che fanno cadere dal ciglio del bosco. Arrivano addosso alla casa delle pietre enormi, i muri sembrano martellati».
Roberto si è rivolto al Parco Regionale dei Colli Euganei: «Non fanno nulla, ho telefonato e mi hanno detto di inviare una mail. Questo problema però deve essere risolto da qualcuno, non si può vivere così». Cavallin spiega che il suo giardino, le aiuole ed il cortile sono stati divelti: «Non ho più piante ma solo terra smossa dai cinghiali, sono davvero amareggiato. Se non ci saranno soluzioni, con mia moglie stiamo pensando di trasferirci, è impensabile non poter uscire di casa la sera perché siamo ostaggi dei cinghiali», continua Roberto Cavallin. «Non siamo l’unica famiglia che deve affrontare questa situazione, anche altri residenti sono esasperati e per questo chiediamo un intervento urgente e risolutivo».
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