Scuola, a Padova oltre 400 docenti e amministrativi in pensione: «Più lavoro e stipendi fermi, molti lasciano»
Maxi esodo tra docenti e amministrativi, sindacati preoccupati. Il provveditore rassicura: nessuna ripercussione sulla didattica
felice paduano
Sono esattamente 427 i lavoratori e le lavoratrici della scuola statale che andranno in pensione a partire dal prossimo settembre, dall’inizio dell’anno scolastico 2023-2024. La parte del leone la fanno i docenti delle scuole di ogni ordine e grado: sono 302. Mentre tra il personale tecnico Ata saranno in 117 a lasciare. Come personale educativo, compresi quelli che lavorano nei convitti, lasceranno la scuola solo in quattro. Tre in tutto i presidi, tra cui Alberta Angelini, dirigente del liceo scientifico Enrico Fermi,in via Vittorio Emanuele. Si metterà a riposo, invece, un solo insegnante di religione cattolica.
I DATI SUI PENSIONAMENTI
L’Ufficio scolastico provinciale, guidato da Roberto Natale, ha anche elaborato una statistica per rilevare quanti andranno in pensione in modo anticipato, quanti per vecchiaia (perché hanno raggiunto 67 anni) oppure hanno utilizzato l’opzione donna. I docenti con 67 anni di età sono 102, mentre quelli che hanno scelto di lasciare la scuola prima del tempo sono 136. Mentre per il personale Ata sono 45 quelli in pensione anticipata, e 53 che hanno raggiunto l’età per non lavorare più: prenderanno un pensione intorno a 1.200 euro, ma la somma dipenderà da quanti soldi hanno versato con il sistema previdenziale contributivo e quanti con quello retributivo. In alcuni casi riceveranno anche meno di mille euro al mese.

Poche le lavoratrici che hanno chiesto di andare in pensione con l’opzione donna: solo quattro professoresse e due tecniche. Tra i docenti infine ci sono dieci prof che andranno in pensione con quota 100, cinque con quota 102 e ben 34 con quota 103.
SINDACATI PREOCCUPATI
C’è preoccupazione naturalmente per l’uscita massiccia di personale scolastico causa pensionamento. In prima fila c’è la Cisl di categoria: «Tantissimi dei 302 docenti che andranno in pensione non saranno sostituiti da altrettanti insegnanti di ruolo, ma soltanto dai precari, che avranno una supplenza annuale dal Ministero – spiega Sandra Biolo, segretaria regionale della categoria della Cisl – Questo avviene anche perché le università, tra cui quella di Padova, non riescono a formare tutti i docenti che servono, specialmente per le scuole primarie».
I 34 docenti, che hanno scelto di utilizzare quota 103 e quelli che hanno deciso di lasciare la scuola con la pensione anticipata, testimoniano che all’interno della scuola italiana continua ad esistere un malessere generale di docenti e personale tecnico, che sono stanchi di lavorare con uno stipendio tra i più bassi in Europa e con una serie di aggravi burocratici che penalizzano tutta la categoria.
LE RASSICURAZIONI DEL PROVVEDITORE
Il provveditore Roberto Natale però ci tiene a rassicurare le famiglie sul futuro dell’istruzione scolastica: «Siamo davanti a dati fisiologici che si stanno ripetendo ogni anno – spiega – Solo in alcuni settori della scuola statale si registrano dati analitici leggermente più alti degli anni passati. I docenti e i non docenti che andranno in pensione dal prossimo settembre saranno sostituiti dai docenti che andranno in ruolo già dal prossimo settembre».
«In pratica sono quelli che avranno superato i concorsi già effettuati o in via di svolgimento oppure saranno sostituiti da supplenti annuali. Non cambierà molto anche perché i docenti ed i non docenti sono soggetti alle stesse normative di tutta la pubblica amministrazione. Ma è ancora troppo presto per fare una previsione scientifica con i numeri che abbiamo oggi», conclude il provveditore.
I commenti dei lettori