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Inquinamento: Padova tra le città peggiori Europa, ecco la classifica

L’Osservatorio dell’Agenzia europea per l’ambiente colloca Padova al 367° posto (su 375) tra i luoghi più insalubri

Cristiano Cadoni
2 minuti di lettura

Peggio di tutti se la passano i 52 mila abitanti di Slavonski Brod, cittadina croata sul fiume Sava, capoluogo della contea di Brod e Posavina: le polveri sottilissime Pm2,5 da quelle parti hanno avuto, negli ultimi due anni, concentrazioni altissime, 28 microgrammi per metro cubo d’aria, quasi sei volte quelle che per l’Organizzazione mondiale della sanità vanno considerate pericolose per la salute umana.

Per questo motivo Slavonski Brod si è piazzata al 375° e ultimo posto nella classifica europea delle città inquinate.

Ma nell’ultima immagine della classifica, quella che fotografa i posti dal 350° in giù, c’è posto anche per un bel pezzo di Pianura Padana e di Veneto.

La peggiore fra le città italiane è Cremona, che si piazza poco più in su di Slavonski Brod, al 372° posto.

Al 367° c’è invece Padova, penultima tra le italiane. Più su - ma di poco - ci sono anche Verona, Venezia e Vicenza, insieme ad Asti, Alessandria, Bergamo, Piacenza e Brescia. Le città italiane negli ultimi 25 posti della classifica sono dieci. Poi c’è la cittadina croata, mentre tutte le altre sono città polacche, Paese che condivide il triste primato dell’inquinamento proprio con la Pianura Padana.

LA RICERCA

L’Osservatorio dell’Agenzia Europea per l’ambiente ha preso in considerazione i risultati dei rilevamenti effettuati a terra, negli ultimi due anni solari (cioè 2021 e 2022) da 400 stazioni come quelle che l’Arpav utilizza nel Veneto. L’indagine si è focalizzata sul particolato fine, cioè sulle Pm 2,5, le polveri sottilissime che sono considerate più pericolose per la salute umana. Non a caso nel 2021 l’Oms ha raccomandato di rivedere - con sensibili ritocchi al ribasso - i limiti in vigore per queste polveri.

Ad oggi, le concentrazioni medie “tollerate” sono quelle stabilite nel 2008 dall’Unione Europea, con limite di 25 microgrammi per metro cubo d’aria. Per l’Organizzazione mondiale della sanità invece non dovrebbero superare la concentrazione di 5 microgrammi, perciò la direttiva sulla qualità dell’aria (la 2008/50/CE) è attualmente in fase di revisione e dovrebbe allineare, in breve tempo, le prescrizioni alle raccomandazioni dell’Oms.

In base ai risultati, le città sottoposte a indagine (375) sono state divise in una classifica di qualità: buono per i livelli di particolato fine che non superano i 5 microgrammi; discreto per valori compresi tra 5 e 10 microgrammi; moderato per valori tra 10 e 15; scarso per livelli superiori a 15 e fino a 25 microgrammi; molto scarso per livelli pari o superiori a 25 microgrammi.

Le città italiane del centro-nord sono quasi tutte su un livello “scarso” di qualità dell’aria. Sono sopra il valore di 15 microgrammi Ravenna, Rimini, Pesaro, Ferrara, Reggio Emilia, Sassuolo, Terni, Modena, Novara, Torino, Pavia, Milano, Treviso e le altre città precedentemente elencate. Si salvano, ma di poco, Parma, Ragusa, Lecco, Prato, Trento, Bologna e Ancona, vicine al limite.

L’ARIA AVVELENATA

Per Padova non è che una conferma. Perché se da un lato - per ammissione della stessa Agenzia europea - l’aria negli ultimi tre decenni è progressivamente migliorata, sia su scala continentale che a livello locale, le concentrazioni di inquinanti sono ancora elevate e rendono le città un ambiente insalubre. L’inquinamento diminuisce, ma ancora troppo lentamente. Nel caso delle Pm2,5 è impossibile fare confronti sul lungo periodo, perché le misurazioni sono partite pochi anni fa. Ma per gli altri inquinanti, è evidente che la riduzione è troppo lenta rispetto agli obiettivi.

Padova, anche nel 2022, è risultata quinta in Italia per numero di sforamenti (70) delle Pm10 fra le 29 città che hanno superato il limite di 35 giornate fuorilegge. Ma anche per biossido di azoto (No2) i valori sono stati preoccupanti: il limite attuale di questo inquinante è di 40 microgrammi (ma sarà abbassato a 20 entro il 2030) e Padova è risultata decima fra le città più inquinate con una concentrazione media di 30 microgrammi.

Nell’ultimo rapporto Mal’Aria, uscito all’inizio dell’anno, Legambiente ha calcolato quanto sono distanti le città dagli obiettivi fissati per il 2030 in termini di riduzione dell’inquinamento. Negli ultimi dieci anni Padova ha visto ridurre l’inquinamento da Pm10 del 3% e quello da No2 del 4% (per le Pm2,5, come detto, non si può fare un confronto). Di questo passo ci vorranno almeno 17 anni per rientrare nei limiti previsti invece per il 2030. Padova dovrà ridurre le emissioni di Pm10 del 38%, quelle di Pm2,5 del 57% e quelle di No2 del 32%. E ancora non è chiaro come potrà riuscirci. —

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