“Tram, Anac in ritardo”. Il Comune di Padova: tutto in regola
Replica all’Autorità anticorruzione: «Non c’è nessuna irregolarità ma una vicenda legale in corso»
LUCA PREZIUSI
La prima linea del tram è in funzione a Padova dal 2007 e unisce la Guizza a Pontevigodarzere. È in corso di realizzazione la seconda linea
«L’appalto del tram è assolutamente trasparente e ogni passaggio è stato reso tale. Forniremo all’Anac tutte le nostre spiegazioni, ma in ogni caso ci sono dei termini per chiudere le procedure e quindi anche per presentare ricorsi. E quei termini sono passati perché scadono dopo 180 giorni dall’apertura dell’istruttoria». La grana dell’Anticorruzione sull’appalto della seconda linea del tram, sembra non aver turbato troppo i vertici di Aps Holding, che hanno ribadito la loro assoluta fiducia e serenità, attraverso la voce del presidente Giuseppe Farina.
La delibera
Venerdì mattina negli uffici di Aps, che è la stazione appaltante per la gara che riguarda i lavori della seconda linea del tram, è arrivata la delibera dell’Autorità nazionale anticorruzione che critica la procedura del Sir 3, considerandola irregolare. Alla base della contestazione c’è la mancanza dei requisiti per partecipare alla gara da parte di una delle società del raggruppamento che si è aggiudicato i lavori, la Italiana Sistemi srl.
«La società risulta iscritta infatti con un’annotazione interdittiva nel casellario dell’Anac», si legge nel documento inviato ad Aps. L’azienda in realtà ha tuttora in piedi un contenzioso al Tar per una serie di irregolarità contributive nei confronti di Inarcassa, la cassa previdenziale di ingegneri e architetti liberi professionisti. Motivo per cui, in passato, ha ricevuto l’ammonizione dell’Anac e la sospensione per un mese da qualsiasi contatto con la pubblica amministrazione. Il percorso della giustizia amministrativa non sembra tuttavia così liscio, perché manca ancora una sentenza definitiva sul caso.
Ma soprattutto perché i vari gradi dei tribunali amministrativi hanno dato prima ragione, poi torto, poi di nuovo ragione e infine un’altra volta torto alla società. Tra questi salti temporali e giudiziari c’è stata la gara d’appalto del Sir 3 e la firma del contratto con Aps.

Aps holding e il Comune
«In fase di gara ci siamo accorti noi per primi che sulla società pendeva questa interdittiva e abbiamo chiesto chiarimenti alla società – spiega Farina – Ma in quel momento il Tar l’aveva sospesa, ordinando addirittura la cancellazione dell’annotazione dai casellari dell’Anac. Quindi, quando noi abbiamo firmato il contratto e nelle fasi di verifica di gara, quell’interdittiva non esisteva».
Sui tempi e sulla validità della delibera Anac, Farina, che è un esperto amministrativista, oltre che presidente di Aps, sostiene: «Abbiamo la massima stima e considerazione dell’Anac, perché è un organismo di vigilanza fondamentale, ma in questo caso comunque resta una delibera che non può fermare la procedura, perché non ne ha il potere ed è oltre i termini previsti. Mentre per quanto riguarda la posizione della società, bisognerà aspettare la sentenza definitiva che ancora non c’è. Noi, in ogni caso, adesso valuteremo come rispondere ad Anac, fornendo tutti i dettagli possibili per dimostrare la nostra più assoluta limpidezza».
Anche l’amministratore delegato di Aps dimostra imperturbabilità dopo la delibera Anac, nonostante la risonanza dell’ente da cui proviene: «Abbiamo un osservatorio che ha seguito passo passo la gara con gli studi legali – racconta Riccardo Bentsik – E siccome abbiamo ricevuto almeno otto accessi agli atti, abbiamo prodotto oltre 600 documenti, siamo sereni perché sappiamo di aver agito all’interno della legge e dei nostri poteri. E lo dimostrano Tac e raggi X a cui siamo stati sottoposti».
Su questo Anac non ha voluto replicare, evidenziando come a parlare siano le delibere. Resta in piedi, per Comune e Aps, il dubbio su come sia possibile che l’Autorità si esprima oltre i tempi stabiliti, depotenziando di fatto una propria presa di posizione.
Ricadute politiche
La questione ha conseguenze politiche. Come la stessa Autorità scrive, tutto è nato dall’esposto di un deputato. A depositarlo è stato Raphael Raduzzi, ex Movimento 5 Stelle, poi gruppo misto, che dal 2022 non siede più alla Camera. Ed è politica anche perché senza dubbio parliamo della più grande opera che la giunta Giordani si appresta a realizzare. Insieme alla terza linea del tram si spenderà oltre mezzo miliardo di euro e la mobilità cittadina sarà completamente rivoluzionata. Avere l’occhio dell’Anac è quindi normale, in particolare per un’opera che – almeno per la terza linea – rientra tra quelle del Pnrr. «Noi abbiamo la massima volontà di collaborare con Anac, che ora ha un ruolo ancora più complicato perché deve vigilare sui moltissimi progetti – commenta l’assessore all’urbanistica Andrea Ragona – Ma dal nostro punto di vista questa delibera non cambia niente e si va serenamente avanti. L’autorità non ha il potere di fermare l’opera e noi abbiamo il dovere di tutelare e salvaguardare l’interesse pubblico. Quando, un anno fa, abbiamo firmato il contratto, eravamo convinti di averlo fatto nella maniera più corretta possibile e lo siamo anche oggi. Detto questo, saranno fornite tutte le controdeduzioni e risposte che l’Anac ci chiede, in modo da risolvere nel migliore dei modi la situazione».
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