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Slitta il processo alla banda dei furti: primo colpo di spugna effetto Cartabia

Non c’è più la procedibilità d’ufficio per il saccheggio di auto con violenza. Prosciolto un imputato: mancava la querela

Cristina Genesin
2 minuti di lettura

Il tribunale di Padova

 

Rischiano un colpo di spugna le inchieste su una valanga di furti aggravati commessi prima del 30 dicembre 2022 (data di entrata in vigore della riforma Cartabia) e mai denunciati perché, all’epoca, non serviva la querela da parte della vittima per arrivare a un processo (e a una eventuale condanna). Il 5 aprile il primo caso nel tribunale di Padova.

Le nuove regole

Un esempio. Prima dell’entrata in vigore della riforma Cartabia l’autore di un furto aggravato all’interno di un’auto (il furto commesso dopo aver rotto il vetro del finestrino) poteva essere punito d’ufficio: bastava che le forze dell’ordine individuassero il presunto responsabile e la querela non era indispensabile per mandare a processo, ed eventualmente condannare, l’autore di quel reato. Oggi è tutta un’altra musica.

Come prevedono le nuove norme introdotte dalla “Cartabia”, il 5 aprile il tribunale di Padova ha prosciolto (senza entrare nel merito della sua responsabilità penale o meno) Daris Salvi, 40enne di Cittadella, accusato di un furto pluriaggravato avvenuto in un’auto in sosta nel piazzale del cimitero di Carturo, una frazione di Piazzola sul Brenta: era il pomeriggio dell’11 dicembre 2014. Il motivo? La proprietaria della vettura non presentò denuncia nove anni fa, limitandosi a chiamare i carabinieri. Fino a tre mesi fa, appunto, la querela non serviva.

Uno degli aspetti più dibattuti della riforma Cartabia riguarda il mutato regime di procedibilità per quanto riguarda alcuni reati come il sequestro di persona o la truffa, la frode informatica e l’appropriazione indebita, le spaccate nei negozi e il furto aggravato.

Un nuovo regime che ha colto di sorpresa tanti cittadini: per consentire il passaggio dalle vecchie alle nuove regole, la “Cartabia” aveva previsto delle norme provvisorie che assegnavano al cittadino- vittima di un reato, non più procedibile d’ufficio, 90 giorni di tempo (dal 30 dicembre scorso al 30 marzo) per presentare la querela e sanare quella mancanza ora richiesta.

Ma quanti cittadini-vittime sono stati informati di questo cambio di passo nella giustizia? Pochissimi. Anzi, quasi nessuno, tranne gli addetti ai lavori. Il risultato? Migliaia di processi sono destinati a diventare carta straccia. E altrettanti reati a restare impuniti.

Il processo

Il 5 aprile ennesima udienza del processo a carico di quattro persone di origine sinti davanti al tribunale di Padova: sul banco degli imputati Matteo Cavazza, 43 anni di Campodoro; il fratello Davide Cavazza, 49 di Loreggia già condannato per altri furti; Jessica Ciani, 33 di Campodoro e Daris Salvi, 40enne di Cittadella.

Al gruppo sono contestati 14 colpi all'interno di varie automobili parcheggiate tra il 6 luglio e l'11 dicembre 2014. Auto in sosta nel Padovano e non solo. A Davide Cavazza è contestata pure la rapina nel supermercato Prix di Galliera Veneta (bottino 1060 euro), supermercato nel quale sarebbe entrato l'11 ottobre 2014, impugnando una pistola e puntandola contro due commesse.

Il saccheggio delle automobili in sosta sarebbe stata la vera e propria specialità della banda, pronta a prendere di mira veicoli, forzando portiere e spaccando i finestrini.

Carta straccia

Due anni sono durate le indagini da parte del pm Benedetto Roberti, concluse con la richiesta di rinvio a giudizio decisa l’8 settembre 2018.

A quattro anni dall’inizio del processo, il 13 marzo 2019, e a dieci dall’avvio dell’inchiesta decollata nel 2013, ci sono state cinque udienze gran parte delle quali dedicate all’audizione, come testimone, di un investigatore della squadra Mobile che svolse l’indagine.

Oggi il primo “frutto” della riforma Cartabia con il proscioglimento di un imputato perché, in base alle nuove regole, mancava la querela della vittima del furto aggravato. Prossima udienza il 13 dicembre: anche per quella data si profila una raffica di proscioglimenti per tutte quelle razzie non coperte da querela.

A nessuna delle vittime era noto che avrebbe potuto sanare la situazione con una denuncia da presentare entro il 30 marzo scorso. Ecco centrato un primo risultato della Cartabia: ridurre i processi. Forse a scapito della giustizia. —

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