Sorpresa: i cinghiali sono spariti da alcuni dei colli. Ma ora scendono sempre più a valle
L’azione di contenimento del Parco fra chiusini e selecontrollori dà i suoi frutti: in un anno abbattuti 2.300 esemplari. Le colonie però si stanno spostando
Federico Franchin
Quasi risolto il problema cinghiali al colle di Berta, ma persistono problemi nel vicino colle di Turri. A Montegrotto l’ente Parco Colli ha messo in campo tutte le forze per arginare il proliferarsi di ungulati e quindi per preservare l’immagine turistica del comune termale: parte del problema, però, risulta difficile da debellare.
«Ne restano tre sul Berta»
«Avevamo attestato la presenza di una dozzina di cinghiali sul colle di Berta, dove c’è la torre di proprietà dei Guizzardi», spiega il presidente del Parco, Riccardo Masin. «Ebbene, con l’utilizzo del chiusino e la messa in campo di un selecontrollore, sono stati catturati ben nove ungulati. Ne rimangono quindi tre, a meno che non ne siano arrivati altri in questi giorni dal vicino colle di Turri, che dovrebbero essere catturati entro poche settimane».
Che la situazione stia migliorando è evidente: «Non vengono più segnalati gli animali per strada lungo via Castello».
In un anno abbattuti 2.300 cinghiali
Ma non c’è da abbassare la guardia, perché è la zona di Turri Alta e di Villa Draghi quella più delicata. «In questa vasta area viene segnalata la presenza di colonie di cinghiali, che si riproducono e che quindi è difficile da debellare. Con chiusini e selecontrollori stiamo anche qui portando avanti un’azione di contenimento, che in tutto il parco ha portato l’anno scorso, a risultati importanti con l’abbattimento totale di circa 2.300 ungulati».
Cinghiali a Montegrotto, ma nel complesso un po’ in tutte le zone del parco. Alle terme sono segnalati sul colle di San Daniele.
«In quel colle da tempo stiamo monitorando la situazione con lo scopo poi di riuscire a contenere e di ridurre sensibilmente il fenomeno. Per restare nei paraggi di quella zona, possiamo annunciare purtroppo che di recente un’altra area è diventata feudo dei cinghiali. Stiamo parlando dei boschetti a ridosso del Lago Verde, a Torreglia, dove sono segnalati gli animali selvatici e dove stiamo prendendo in mano la situazione. Gli esemplari catturati sono, in media, più femmine che maschi, il 50% delle quali risultano pregne», aggiunge Masin.
«In pratica, nel medio termine dovremmo essere in grado di bloccare la proliferazione incontrollata di questi esemplari, tanto nell’area Parco che nelle zone adiacenti».
Sempre più a valle
Da qualche tempo i cinghiali stanno scendendo sempre più a valle, alla disperata ricerca di acqua: «Pure loro risentono della siccità. A questo proposito i maggiori danni diretti sono stati registrati a Monselice, in particolare davanti all’ex cementificio, ad Arquà, a Baone e a Galzignano. Siamo ora preoccupati per le zone agricole. Chiediamo agli agricoltori di segnalarci tempestivamente le presenze dei cinghiali nelle varie zone, così da organizzarci per le operazioni».––
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