Padova, va in pensione la dottoressa Zago: per 1.650 pazienti ora è caccia al sostituto
La dottoressa Zago ha lavorato 30 anni nel quartiere Cave a Padova: «Sempre più difficile trovare chi prenda il nostro posto»
Stefano Edel
Dal primo di aprile , sulla porta dell’ambulatorio di via Spallanzani 3 comparirà un cartello con una sola parola: chiuso.
La dottoressa Sandra Zago, medico di famiglia, va in pensione. Ed è un’uscita di scena pesantissima per decine e decine di nuclei familiari e singoli pazienti residenti a nordovest della città, tra i quartieri Cave, Chiesanuova e in parte Brusegana.
«È proprio così» racconta mentre è impegnata a rispondere a tutti, al telefono, via mail o di persona, e mentre sbriga le ultime formalità.
«Chiudo l’ambulatorio dopo 35 anni che faccio questa professione, di cui quasi 30 trascorsi qui alle Cave.
Ero convinta di dover lavorare anche tutto il 2023, invece rientro nei requisiti chiesti per l’erogazione della pensione da parte dell’Enpam (l’istituto previdenziale della categoria, ndr), ovvero avere almeno 62 anni di età, 35 di contributi e oltre 30 di iscrizione all’Albo».
Probabilmente oggi, ultimo giorno di lavoro, l’emozione l’assalirà, ma per lei è un traguardo meritato.
La dottoressa Zago ha rappresentato un punto di riferimento dell’assistenza sanitaria soprattutto alle Cave, dov’è nata 65 anni fa, ricevendo e curando i 3 mila pazienti che, a rotazione, ha avuto sotto la sua tutela, e lo ha fatto sempre con la massima disponibilità e passione.
«In questi giorni ho ricevuto tantissime testimonianze di affetto» rivela con un sorriso, «ma non solo: attestati di gratitudine, abbracci, qualcuno ha addirittura pianto. Non credevo che le persone mi fossero così riconoscenti, mi hanno portato regali, tanti fiori, anche dolci. La frase più gettonata è una sola: Dottoressa, siamo contenti per lei, scontenti per noi». Certo, staccare dopo una quotidianità fatta di visite, consulti, esami e prescrizioni non sarà semplice, ma finalmente ci sarà l’occasione per andare un po’ in vacanza («È da alcuni anni che non faccio ferie» confessa). Per i 1.650 pazienti che aveva in carico non è stato facile riposizionarsi da altri medici, il che ripropone il tema della difficoltà di reperire nuovi riferimenti che garantiscano il ricambio a chi lascia per limiti di età.
«La popolazione invecchia, qui ci sono molti anziani» sottolinea Zago, «e c’è più che mai bisogno di medici di medicina generale che prendano il nostro posto, ma non è così semplice». Problemi che per lei sono definitivamente tramontati.
Intanto, l’ambulatorio di via Spallanzani è vuoto, pronto a essere affittato a chi, eventualmente, dovesse scegliere di esercitare l’attività nella stessa zona. Per non privare i residenti di un servizio più che mai necessario.
Articoli rimanenti
Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
1€ al mese per 3 mesi
Sei già abbonato? Accedi
Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
I commenti dei lettori