Migranti, riunione d’urgenza in Prefettura a Padova. Il grido delle coop: «Non c’è più posto»
Scatta l’emergenza a fronte dell’aumento degli sbarchi: in una settimana sono arrivati 75 profughi, altri 19 attesi entro la giornata
Elvira Scigliano
Migranti appena sbarcati: a Padova non ci sono posti per l'accoglienza
Riunione d’urgenza martedì 28 marzo in Prefettura a Padova: da giovedì scorso sono arrivati 75 profughi e altri 19 sono attesi entro in mattinata. I numeri sono sempre più incalzanti e le cooperative hanno lanciato l’ultimatum: «Non abbiamo più posti disponibili, siamo saturi».
Il prefetto Raffaele Grassi ha convocato il Comune (con l’assessora al sociale Margherita Colonnello), la Provincia (con il vicepresidente Vincenzo Gottardo) e l’Usl 6 Euganea.
«Non ci sono più posti», scandisce Loris Cervato, responsabile sociale Legacoop Veneto, «gli enti gestori hanno riempito tutti i posti a disposizione e adesso c’è un problema di saturazione che va affrontato con la Prefettura. A meno che non si apra, in via del tutto straordinaria, un centro, nel breve periodo non so come si possa risolvere questa situazione».
E gli sbarchi aumentano a vista d’occhio: «Siamo solo all’inizio della primavera» continua Cervato «gli sbarchi sono continui e in costante aumento. Vediamo una misura di forza da parte del Governo e sono molto rammaricato. Al di là delle valutazioni politiche – che nel nostro mestiere, quello di dare servizi, arrivano fino ad un certo punto – la mission deve essere la persona, invece da quando si è insediato questo Governo c’è un inasprimento dei controlli, ma non un’agevolazione della gestione dell’accoglienza. Penso, ad esempio, ai minori non accompagnati: è notizia di pochi giorni fa che il Governo ha imposto anche a Padova l’accoglienza dei minorenni, mentre finora erano orientati a Vicenza. La sensazione è che si stia affrontando il problema dal verso sbagliato. Quando un profugo arriva, la prima cosa di cui ha bisogno non è il lavoro, ma un tetto, l’occupazione è il passo successivo. Intanto la politica dei flussi è assurda: basti pensare che sono già finiti i posti messi a disposizione: per forza, i richiedenti non sono persone che stanno arrivando o hanno intenzione di arrivare, ma erano già sul nostro territorio».
Cervato è critico nei confronti del Governo, non delle Prefetture: «I prefetti sono lasciati da soli» insiste «se l’organizzazione resta solo emergenziale non si risolve un bel niente, anzi, si inasprisce la questione e rischiamo problemi di ordine pubblico».
Dalla Prefettura lo stato di fatto: ad oggi nel Padovano sono stati superati i 1.600 profughi accolti nei Cas (la prima rete di accoglienza, quella gestita dalle cooperative proprio per le Prefetture). E la vetta registrata negli ultimi giorni preoccupa: «Ogni tanto, come adesso, ci sono dei picchi che possano durare 5-10 giorni, poi la situazione torna “normale”, finché non arriva un altro momento intenso», confermano dalla Prefettura. «Finora abbiamo accolto tutti e siamo pronti ad accogliere anche i profughi preannunciati. Tuttavia, di fronte a trasferimenti sempre più frequenti, vediamo che le risorse del territorio sono in difficoltà. Non c’è un problema di gestori, ma di immobili».
Urgenza già vista e rivista: le coop sono pronte, ma non trovano alloggi. Anche i 106 posti dell’ultimo bando sono in ritardo. L’ultima spiaggia restano Caritas e terzo settore, che potrebbero ospitare i migranti per qualche giorno, finché la situazione non si sblocca.
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