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Giovane accusa la polizia di averlo picchiato, l’indagine va avanti

Disguido amministrativo, nessuna richiesta di archiviazione. I carabinieri indagheranno sull’episodio del dicembre scorso a Montà. Intanto la famiglia del giovane incontra Ilaria Cucchi

Aggiornato alle 1 minuto di lettura

Via Einstein a Montà dove è accaduto il fatto

 

«Le indagini sono state delegate. La famiglia non può che essere soddisfatta. Adesso restiamo in attesa delle indagini e confidiamo possa essere appurata la verità». E’ l’avvocata Cristina Bissacco a comunicare la clamorosa novità sul caso del ragazzo di 17 anni, incensurato, finito sotto inchiesta per resistenza a pubblico ufficiale. Giovane che a sua volta ha accusato i poliziotti dicendo che l’avrebbero scambiato per un pusher e picchiato. Il fatto è avvenuto a dicembre a Montà. Ne è nato un caso perché la Questura ha sempre difeso gli agenti ma la famiglia non si è mai tirata indietro e ha contattato l’associazione fondata da Ilaria Cucchi che tutela le persone che subiscono abusi dalle forze dell’ordine. Sabato scorso Cucchi, che oggi è senatrice dell’Alleanza Verdi-Sinistra, ha incontrato la famiglia a Ferrare per assicurare che seguirà la vicenda. Un disguido amministrativo, dunque, secondo la Procura avrebbe portato alla richiesta di archiviazione indagini, che dunque viene revocata e i carabinieri saranno chiamati a indagare sull’episodio. 

Il caso del ragazzo picchiato. Sono le 23 di una sera di dicembre. Il 17enne è diretto verso casa dopo essere stato a una festa. Sta percorrendo in bicicletta via Einstein, a Montà, quando un’auto inchioda davanti a lui. Scendono due persone e, secondo il racconto del giovane, lo spingono a terra e gli mettono le mani nelle tasche. Lui, dice, pensa si tratti di una rapina, si difende come può e cerca di scappare. I due però sono poliziotti della Squadra Mobile in borghese che probabilmente stavano cercando uno spacciatore. La serata finisce con il 17enne riaccompagnato a casa con ferite in diverse parti del corpo, oltre a una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. Dall’altra parte i genitori del ragazzo danno mandato a un avvocato che dopo pochi giorni presenta una contro-querela nei confronti degli agenti. Per la Questura, che ha assicurato di voler collaborare con la massima trasparenza con l’autorità giudiziaria, non è in dubbio la correttezza dell’operato degli agenti.

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